Al cospetto delle tre grandi giapponesi (Toyota, Nissan e Honda) la piccola Subaru si è ritagliata a suo tempo una solida nicchia di mercato puntando sulla sicurezza in più fornita dalla trazione integrale e sulle performance superiori dei motori boxer. Ma non poteva assistere ancora a lungo alla corsa all’elettrificazione parziale o totale dei veicoli dei rivali (dettata soprattutto dalla necessità di ridurre le emissioni) senza muovere un passo.
Presto a batteria
Da qui l’annuncio: “Stiamo considerando la possibilità di offrire versioni elettriche dei nostri attuali modelli”, ha detto in un’intervista il ceo Yasuyuki Yoshinaga. E soprattutto per questo obiettivo Subaru spenderà in ricerca e sviluppo nell’anno fiscale appena cominciato (in Giappone va da aprile al marzo successivo) la cifra record di 134 miliardi di yen (circa 1,2 miliardi di euro).
In quattro anni Subaru ha raddoppiato gli investimenti nelle tecnologie del futuro, ma non può permettersi ovviamente di spendere le cifre astronomiche delle grandi Case. Dunque ha dovuto fare delle scelte. E ha dato la priorità all’elettrificazione, rispetto alla guida autonoma e alle auto connesse. L’intenzione è di commercializzare un modello ibrido plug-in l’anno prossimo e un’elettrica pura nel 2021.
A caccia di motori
Yoshinaga non ha escluso la possibilità che, come è già successo recentemente per la realizzazione della coupé sportiva BRZ in tandem con Toyota, per le elettriche del futuro Subaru possa allearsi con altri costruttori: una decisione al riguardo sarà presa entro un anno. Ma la priorità va per il momento all’ampliamento in tempi brevi dell’offerta con varianti elettrificate dei modelli esistenti. Per queste vetture la ricerca di possibili partner è limitata ai possibili fornitori di motori elettrici e altri componenti, per i quali il ceo ha fatto i nomi di giganti come Panasonic e Samsung.