La cattiva notizia: la Cina vuole vendere 35 milioni di veicoli entro il 2025. La buona notizia: le auto elettriche dovranno essere almeno il quinto del totale, ossia oltre 7 milioni. Parola del Ministero dell'industria e della NEA, la National energy administration cinese.
Road map a batteria
Parte così una delle più grandi "road map" a favore dell’elettrico che siano mai state immaginate. Una manovra imponente ma dimensionata sulla realtà, fatta su misura per il più grande (e inquinante) mercato automobilistico mondiale, che ha fatto registrare vendite per 28 milioni di veicoli nel 2016. Insomma, l’elettrico è diventato il nuovo vessillo delle politiche governative cinesi, che spingeranno anche l'industria automobilistica nazionale (come Saic o Geely) ad aumentare qualità, reputazione e tecnologia fino a raggiungere "entro il 2025 – come ha dichiarato il Ministero - la Top 10 delle vendite mondiali".
Dal salone di Shanghai
Bene proprio dalla Cina, dove si è chiuso da qualche giorno il 17esimo Salone dell’auto di Shanghai, proprio da una delle città più inquinate (e inquinanti) del mondo, si è alzata una voce che non ti aspetti. La voce è quella di Leonardo di Caprio che, popolarissimo nel paese della Grande Muraglia per il suo ruolo in Titanic e brand ambassador di Byd, il più grande costruttore cinese di elettriche, lancia il suo grido di allarme: "Let us reconnect with nature, fill our lungs with clean air instead of pollution, let us see beauty more clearly. With new energy, we can see this future. Now let's make it ours". Nello spot, apparso ovunque sui mega led wall della rassegna motoristica cinese, l’attore americano parla di natura, di aria pulita e di bellezza, mentre scorrono immagini shock di una Pechino coperta di smog e popolata di bambini che indossano maschere anti inquinamento. Capito signori?
Mercato boom
La nuova California è la Cina. Piaccia o no. La Cina è il più grande mercato mondiale per l’auto elettrica, con 225mila vetture a batteria vendute nei primi tre trimestri del 2016 e un’impressionante crescita del 118 per cento rispetto allo stesso periodo 2015. E’ sempre la Cina il paese in cui la Ford ha appena annunciato, dallo stand del Salone di Shanghai (affollato di modelli elettrici) che “elettrizzerà” il 70 per cento dei suoi veicoli entro il 2025. L’energivora Ford signori, mica la Tesla… E’ ancora la Cina il paese che ha cominciato la più grande battaglia contro l'inquinamento atmosferico, immettendo centinaia di migliaia di veicoli elettrici ogni anno sulle strade. E i numeri sono impressionanti: le vendite di modelli a basso impatto ambientale, elettrici e ibridi, secondo le ultime stime hanno raggiunto il mezzo milione di unità nel 2016, anche grazie alle sovvenzioni e agli incentivi del governo. Si tratta di un dato che umilia il resto del mondo: il doppio delle vendite in Europa (221mila) e quattro volte quelle statunitensi (157mila).
Costruire le infrastrutture
Ma la Cina non si accontenta. Perché vendere auto elettriche non basta. Servono le infrastrutture, concetto che, al contrario dell’Italia, la Cina sembra aver capito benissimo. Il rapporto car-to-charger deve crescere di pari passo. E per ora non è così, anzi. Nel 2015, in Cina, il rapporto fra numero di auto elettriche circolanti e colonnine era di nove a uno. A fine 2016, per 1 milione di auto elettriche c’erano 150mila punti di ricarica, circa sette veicoli per ogni stazione, secondo la NEA. Da qui i nuovi impegni del Governo di Pechino: aggiungere 900mila colonnine entro la fine del 2017, portando il rapporto a due auto per colonnina. Per poi, entro il 2020 raggiungere il magico “one-to-one”, ossia un punto di ricarica per ogni auto.