GENOVA - Batteria al centro del futuro. E non solo a quattro ruote. L'auto elettrica può diventare un serbatoio di energia, da mettere a disposizione della rete. Il come lo ha spiegato Nissan che, insieme ad Enel, ha lanciato Mov-e, un car sharing aziendale con due Leaf destinate ai ricercatori dell'IIT, l'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Auto che si ricaricano alla V2G, colonnina rapida bidirezionale, in grado di erogare energia ma anche di riceverla dalla vettura (Vehicle To Grid).
Auto serbatoio di energia per la rete
Lo schema pensato dalla Casa giapponese e dall'azienda energetica è piuttosto semplice. Almeno in teoria. Quando la Leaf è parcheggiata, una parte della sua batteria può essere utilizzata per immagazzinare (nei periodi di poca richiesta) e poi cedere (in caso di picco) dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. Nessun rischio di trovarsi la batteria scarica quando si ha bisogno dell'auto: la quota della batteria lasciata alla rete è molto piccola e si tratta solo di micro ricariche e micro scariche. L'effetto in termini tecnici si chiama di stabilizzazione della rete.
Si può guadagnare fino a 1.500 euro l'anno
È evidente che diventa realmente efficace solo quando le auto interessate sono centinaia di migliaia, altrimenti, come nel caso isolato di Genova, la sua influenza rispetto alla quantità di elettricità di una rete è ridotta al minimo. Il sistema Mov-e di Nissan ed Enel è comunque la dimostrazione che in futuro c'è spazio per sistemi energetici differenti. A guadagnarci - oltre all'ambiente - anche il cliente: secondo Ernesto Ciorra, direttore innovazione di Enel, "il mettere a disposizione della rete la batteria della propria elettrica, porterebbe a un guadagno di 1.000 - 1.500 euro all'anno, pagato dall'azienda energetica per il disturbo". Tutto mentre l'auto è ferma e inutilizzata. Una sorta di quanto accade facendo gestire da Airbnb la propria casa mentre si è fuori. Non male.
Le "solite" norme italiane
A patto però che il Governo italiano si accorga delle possibilità offerte dall'innovazione: "Mentre in Inghilterra, Olanda e altri Paesi europei è possibile stoccare attraverso una colonnina come questa di Genova dell'energia a bordo di un'auto, in Italia non è consentito. Sarebbe sufficiente applicare ai veicoli la stessa regolamentazione attiva oggi per i pannelli fotovoltaici", sottolinea Bruno Mattucci, amministratore delegato di Nissan Italia. Lo stop al futuro in Italia purtroppo sembra sempre dietro l'angolo.