Mentre Elon Musk produce su scala industriale batterie per le auto elettriche Tesla nella Gigafactory del Nevada, il fondatore di Amazon, Jeff Bezos punta sull'idrogeno e le fuel cell: il colosso americano del commercio elettronico ha appena comprato il 23% di Plug Power, azienda di New York che produce celle a combustibile. E' una tecnologia che Amazon userà da subito, per i carrelli elevatori dei suoi magazzini, in sostituzione di quelli a batteria usati sinora.
Evidentemente Bezos ritiene la tecnologia dell'idrogeno pronta, affidabile e conveniente, perché la logistica Amazon è tutta basata sul taglio dei costi. Intanto l'acquisizione da parte di Amazon porterà 70 milioni di dollari di fatturato extra nelle casse di Plug Power quest'anno (la cifra d'affari nel 2016 è stata di 56 milioni) e ha fatto balzare in Borsa le azioni della società newyorkese.
Tecnologie rivali
La scelta di Bezos va nella direzione opposta a quella di Musk, il quale non ritiene affatto che l'idrogeno sia la nuova frontiera per la mobilità. Tanto che ha ironicamente ribattezzato le "fuel cells" (celle a combustibile) alla base di questa tecnologia come “fool cells" (cioè "stupide celle"). Si delineano quindi due visioni contrapposte, ciascuna con i suoi sostenitori e detrattori. Daimler, per esempio, non ritiene che l'idrogeno sia efficiente: il Ceo Dieter Zetsche ha di recente indicato che i prezzi delle batterie stanno scendendo, mentre produrre l'idrogeno resta costoso; quindi il costruttore tedesco potrebbe mettere lo sviluppo dei veicoli con celle a combustibile in secondo piano.
La "bocciatura" da parte di Musk non è solo questione di costi: per il patron di Tesla non è sensato usare energia per produrre idrogeno quando si può direttamente caricare una batteria. Tuttavia, il rifornimento di un'auto a idrogeno è molto più veloce e il range è più prevedibile di quello di un'auto elettrica a batteria (che risente maggiormente delle condizioni della strada o dello stile di guida). Infatti, l'idrogeno è considerato promettente per le applicazioni militari.
Più scelta al consumatore
Sul fronte dell'idrogeno sono schierati Toyota, che già produce la Mirai, ma anche GM e Honda, che stanno investendo insieme in una fabbrica di fuel cell in Michigan. Le due giapponesi, Hyundai, Bmw, la stessa Daimler, Shell e Total hanno dato vita l'anno scorso all'Hydrogen Council per sviluppare la tecnologia delle fuel cells e la connessa infrastruttura.
La tecnologia per le batterie si è finora evoluta più rapidamente di quella per le celle a combustibile ma iniziative come l'Hydrogen Council dimostrano che l'industria è interessata a tentare entrambe le strade: il motore a combustione interna sarà comunque prima o poi mandato in pensionee e ai consumatori potrebbe essere data la scelta tra più alternative, con caratteristiche diverse a seconda delle esigenze e delle abitudini di guida.