Una Ford T del 1923 affiancata a una moderna Alfa Romeo Stelvio hanno accolto i partecipanti al #ForumAutoMotive, serbatoio di idee e centrale di dibattito sui temi della mobilità organizzato a Milano.
Per l’occasione sono stati presentati i numeri di uno studio di AlixPartners sul futuro della mobilità in Europa: ogni 100 auto vendute nel 2030 se ne conteranno 28 ibride, 25 a benzina, 20 elettriche, 18 plug-in e solo 9 diesel. Il progressivo livellamento dei listini tra veicoli elettrici e diesel porterà già nel prossimo triennio a una forte accelerazione delle immatricolazioni ibride, ma servono ancora 10 anni prima che l’elettrico diventi la prima scelta delle famiglie e delle aziende, soprattutto se una campagna di incentivazione fiscale favorirà il ricambio del parco veicolare. Gli analisti di Alix scrivono che saranno necessari 3.700 miliardi di euro nei prossimi 15 anni per avere una rete di ricarica elettrica diffusa in 448 città con oltre un milione di abitanti: solo per Londra, Francoforte, Milano e Parigi servono 30 miliardi di euro.
La battaglia delle emissioni
Allettati dalla convenienza economica, gli automobilisti saranno i protagonisti del cambiamento in realtà imposto dai costruttori: per raggiungere i target di CO2 previsti già per il 2021, le case automobilistiche dovranno più che raddoppiare il tasso annuale di riduzione delle emissioni dei loro veicoli su strada. Secondo lo studio AlixPartners, le emissioni di azoto delle auto sono diminuite del 40% nella transizione da Euro3 a Euro6, ma nell’uso quotidiano i veicoli diesel superano fino a 7 volte i limiti di legge. I target di CO2 imposti per il 2030 possono così essere raggiunti solo se una quota significativa di veicoli ibridi ed elettrici sostituirà le vetture con propulsori endotermici.
Centrali nucleari?
“Se tutte le auto italiane fossero elettriche o ad idrogeno, servirebbero 50 centrali nucleari per soddisfare la domanda di mobilità veicolare. Ecco perché per almeno 30 anni continueremo a muoverci grazie al petrolio”. Lo ha dichiarato Francesco Battaglia, docente di Chimica e Fisica al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Modena, aggiungendo che l’anidride carbonica non è inquinante e le azioni governative sono solo un palliativo perché manca una correlazione scientifica tra i cambiamenti climatici sempre in atto nel pianeta e il traffico veicolare. Una provocazione accademica che getta benzina sul fuoco delle tensioni internazionali tra Usa ed Europa, che secondo il promotore di #ForumAutoMotive Pierluigi Bonora “complicano il quadro di riferimento per le Case e lanciano ombre di incertezza sul mercato”.
La sicurezza
“Gli automobilisti sono già disorientati dalle tante normative dettate dall’Europa e dall’accelerazione tecnologica – ha dichiarato Marco Mauri, direttore Innovazione e Sviluppo di ACI Global – ma pure nel futuro ci sarà sempre uno zoccolo duro di appassionati del volante che vorranno guidare anziché farsi guidare dall’elettronica, almeno sulle strade extraurbane più divertenti”. Secondo Mauri, sono comunque improrogabili interventi legislativi per regolare non solo la nuova mobilità ma anche l’aumento esponenziale dei dati sensibili generati dalle auto connesse. In quest’ottica non va poi sottovalutata l’importanza dei rilevamenti delle scatole nere, con le annesse ripercussioni amministrative, penali ed assicurative in caso di incidente.
Efficienti e belle
Secondo altri esperti intervenuti a #ForumAutoMotive, la tecnologia non deve comunque andare a scapito della bellezza. Per Horacio Pagani, capo designer dell’omonimo marchio che produce supercar da sogno, le auto devono sempre generare emozioni e per Walter De Silva, per anni a capo dello Stile del Gruppo Volkswagen, ogni disposizione legislativa va interpretata come opportunità e non come vincolo nello sviluppo creativo dell’automobili e delle relative componenti. “Il futuro è come il mare: non si disegna”, ha affermato Riccardo Balbo, direttore accademico IED Italia, richiamando le giovani leve dell’industria automobilistica a scrutare l’orizzonte giorno per giorno, interpretando così al meglio le tendenze del mercato.