Ultimo aggiornamento  28 marzo 2023 16:24

Rossi & Co. riaccendono la MotoGP.

Marco Perugini ·

La maglietta con il 10 è già pronta, da sfoggiare davanti alle telecamere come quella di Baggio, Del Piero e Totti. L’incognita sta nello slogan: alla t-shirt “Scusate il ritardo” con cui Valentino Rossi ha celebrato l’ottavo titolo nel 2008 è seguita l’anno dopo quella con la dicitura “Gallina vecchia fa buon brodo”. Con la MotoGP che scalda i motori in vista del nuovo campionato 2017, al via domenica 26 marzo in Qatar, il favorito nei cuori degli appassionati è ancora il Dottore di Tavullia, che con la sua Yamaha dovrà vedersela con la sempre più agguerrita concorrenza spagnola: al campione del mondo Marc Marquez su Honda e a Jorge Lorenzo approdato in Ducati si è aggiunto il giovane Maverick Vinales, nuovo compagno di squadra di Valentino in Yamaha, che ha dominato i test pre-season a Losail insieme al ritrovato Dani Pedrosa con l’altra Honda ufficiale.

Italia non solo con il 46

La compagine italiana ha tutte le carte in regola per lottare davanti. Oltre a Rossi c’è Andrea Dovizioso che ha condotto un proficuo lavoro di sviluppo della Ducati Desmosedici durante l'inverno, mentre Andrea Iannone ha lasciato il team di Borgo Panigale per sedersi sulla Suzuki liberata da Vinales. Corre con il tricolore anche Danilo Petrucci, in sella alla Ducati del team Pramac. Pur senza guide italiane c’è l’Aprilia del team Gresini, nelle mani del veterano iberico Aleix Espargaro e del 26enne inglese Sam Lowes.

Moto senza ali

Con le nuove disposizioni spariscono le alette deportanti dalle carene, in nome della sicurezza con buona pace per l’estetica. La loro scomparsa è però solo apparente: nei test di Losail sono state notate ali carenate sui fianchi di Honda, Yamaha e Suzuki. Ducati le ha invece sostituite con un deviatore di flusso che sconvolge l’impostazione classica del cupolino motociclistico. Più tradizionale l’aerodinamica dell’esordiente KTM, che punta ad emergere con novità tecniche oltre che con l’abilità dell’esperto Bradley Smith e del promettente Pol Espargaro.

 

 

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