Sono almeno quattro – e tutte sorprendenti – le cose che probabilmente ignoriamo di Walter Bruce Willis, eroe di molti action-movie di successo e star tra le più pagate dello show-biz hollywoodiano.
Tedesco, balbuziente, musicista e...
E' nato a Idar-Oberstein (Germania Ovest), il 19 marzo 1955 - 62 anni fa esatti, domani - da un militare americano, David Andrew, di Carneys Point (New Jersey) e una ragazza tedesca – Marlene - originaria di Kassel, cittadina dell’Assia settentrionale; da bambino ha sofferto di una forte forma di balbuzie, contro la quale ha lottato per i primi venti anni della sua vita. "Riuscivo a mala pena a parlare – ha ricordato. Mi ci volevano almeno tre minuti per completare una frase. Una cosa terribile per chiunque vuole esprimersi ed essere ascoltato, ma non può farlo. Era spaventoso”. Suona l’armonica a bocca e canta dignitosamente il blues in una band che porta il suo nome, e – cosa che ci riguarda più da vicino - è un appassionato collezionista di auto di lusso e muscle car. Impossibile, ovviamente, ricordarle tutte. Altrettanto impossibile, però, non segnalare alcune vere e proprie perle – messe all’asta nel corso degli anni, per la gioia di pochi, facoltosi, collezionisti – in grado di affascinare anche gli occhi più esigenti e disincantati.
Corvette, Pontiac, Mustang...
La Chevrolet Corvette Convertible bianco latte del 1957, ad esempio, regalo della ex-moglie Demi Moore. Una decappottabile equipaggiata con un motore 4.637cc da 220 cavalli, freni a disco anteriori, servosterzo, pneumatici radiali e trasmissione Powerglide. Una Chevrolet Corvette Roadster rosso amarena del 1967 – anch’essa decappottabile: motore 7mila di cilindrata, che sviluppa 435 cavalli, con servosterzo, servofreno e cerchi in lega Cragar S/S. Altra decappottabile spettacolare è la Pontiac Firebird 400 blu notte del 1968, dotata di un V8 da 6.500 cc, capace di 330 cv, con servosterzo, cambio manuale a 4 marce, freni a disco anteriori, doppia marmitta e prese d’aria gemelle sul cofano. Più di uno sguardo - diciamoci la verità - merita anche la Shelby Mustang GT 500 verde bottiglia del 1968, (evidentemente il nostro ha una particolare predilezione per le decappottabili), che Willis ha fatto restaurare integralmente: motore, carrozzeria e interni.
Dodge & Chevy
Un restauro completo e particolarmente accurato è quello che ha aggiunto meraviglie alla meraviglia di una Dodge Charger nera del 1969, per portare in perfetto equilibrio corpo, telaio, sospensioni e trasmissione, quando il motore è passato dai 7.200 agli 8.200 centimetri cubici - pistoni Arias e cilindri Edelbrock - per sviluppare una potenza di ben 700 cavalli. Ultimo, ma solo in ordine di apparizione, un super-classico a stelle e strisce come la Chevrolet Bel Air Nomad - corpo azzurro e tetto bianco - del 1955. Si tratta di una delle più belle station-wagon disegnate negli anni Cinquanta – due porte e finestrini allungati – derivata direttamente dalla Corvette Nomad del ’54, una dream-car nata per presentare nei principali Saloni automobilistici una nuova idea di auto: la sport-wagon.