NEW YORK - Il gotha dell’automobilismo americano si riunisce oggi a Ypsilanti in Michigan per dare il benvenuto a Donald Trump. Ci sarà Mary Barra, già consulente economico della Casa Bianca; arriverà Sergio Marchionne dalla vicina Auburn Hills e Mark Fields da Dearborn. Ci saranno gli amministratori americani di Nissan, Hyundai e Toyota. Con loro una lunga carovana di autobus porteranno all’incontro gli operai delle fabbriche più vicine.
Un regalo per le 4 ruote
Trump non arriva a mani vuote. Consegnerà nelle mani dei costruttori l’oggetto dei loro desideri: l’annullamento degli standard dei consumi per il 2025 voluti da Obama, e sottoscritti dagli stessi ceo che oggi ne festeggeranno la scomparsa. Al momento di stringere e consegnare le vetture che avrebbero dovuto garantire il risultato, i costruttori hanno scoperto che il limite medio dei 23 chilometri da percorre con un litro di carburante è troppo ambizioso e costoso. Soprattutto contraddice le scelte dei consumatori, che sono tornati a comperare veicoli pesanti e alimentati da motori di grande cilindrata e valori di coppia record.
Trump non ha avuto nessuna remora di fronte alla richiesta. L’abolizione dello standard è simbolico dello sfoltimento delle regole che intende mettere in atto per tutta l’industria. Cancellare le leggi, abbassare le tasse e promuovere l’occupazione sono i punti della piattaforma elettorale che l’hanno portato alla Casa Bianca, e che oggi cementano il suo successo con la base dell’elettorato.
La giapponese a stelle e strisce
Le case automobilistiche ne approfitteranno per mostrare alcuni dei prodotti dei quali sono fiere. La Toyota avrà la Camry prodotta a Georgetown in Kentucky, una delle vetture che vanta la percentuale più alta di componentistica Made in Usa nel mercato a stelle e strisce. La Ford esibirà la Mustang e il pickup F150, da 36 anni il re delle vendite, e anche un simbolo potente del desiderio di potenza e di dominio dello spazio che guida il mercato americano.
La Gm ha deciso di portare la Chevrolet Bolt EV, l’auto elettrica che meglio rappresenta il sogno obamiano di una umanità più consapevole della minaccia ambientale, più determinata a difendere il futuro a partire dalle scelte dei consumi quotidiani. A vederla nella cornice della giornata e con l’accompagnamento dei discorsi che saranno pronunciati, sembra quasi una presenza di protesta, un lamento per l’occasione perduta.