Quando una azienda che ha sede nel Regno Unito può fregiarsi dell'onore di essere tra le fornitrici della Casa Reale, vuol dire che ha un pedigree British al 110%. Anche se a comandare, in realtà, sono i tedeschi. Come succede alla Bentley, marchio inglese fino al midollo - anche se al timone adesso ci sono quelli di Volkswagen - che però adesso deve fare i conti con le conseguenze del voto per la Brexit.
Scenario peggiore
Parlando alla Reuters in occasione del Salone di Ginevra, Wolfgang Durheimer, il ceo (tedesco) di Bentley, ha detto chiaro e tondo che in caso di "scenario peggiore" al termine e delle trattative per l'uscita del Regno Unito dalla Unione europea, la Casa con sede a Crewe nel Cheshire fin dalla sua fondazione del 1919, potrebbe decidere di chiudere i suoi impianti e trasferirsi da qualche parte sul continente.
Dipende da Londra
"Sappiamo bene - ha detto Durheimer parlando con l'agenzia di stampa - che l'identità britannica e la possibilità di produrre a Crewe sono sempre state due chiavi del successo di Bentley. Ma se ci trovassimo davanti al dilemma se smettere di produrre o farlo altrove, non avremmo scelta". Bentley, come tutte le altre Case che producono ed esportano dal Regno Unito, è col fiato sospeso in attesa che inizino le trattative tra il governo della signora May e Bruxelles. Se l'addio di Londra alla Unione Europea significasse aumento dei tassi e difficoltà nella libera circolazione delle persone, Bentley sarebbe pronta ad assumersi le proprie responsabilità.
Un anno per decidere
Durheimer sa che tutto si deciderà tra poco: "Abbiamo tra i 9 e i 12 mesi per osservare la situazione: dopo sarà l'ora delle decisioni. A questa situazione è legato il futuro dei prossimi modelli. I nostri dipendenti devono essere in grado di muoversi liberamente in Europa e la produzione deve restare competitiva a livello continentale". Per Bentley questo è un discorso molto importante, visto che - dati alla mano - l'Europa sta diventando il mercato chiave del marchio.