Ultimo aggiornamento  23 marzo 2023 15:46

Niente fabbriche in Australia.

Lina Russo ·

Una notizia shock per l’Australia. Le Case automobilistiche presenti nel sesto paese più grande al mondo per estensione, chiuderanno le linee di produzione. La Holden, l'azienda australiana fondata nel 1931, del gruppo statunitense General Motors con sede a Melbourne, sarà l'ultima a chiudere i battenti. La data dell'addio è fissata per il prossimo 20 ottobre.

Evasione australiana

La notizia è arrivata appena due settimane dopo un annuncio simile di Toyota. Anche la Casa giapponese ha deciso di abbandonare la produzione entro la fine del 2017 e procedere con il licenziamento di oltre 4.000 dipendenti. Stesso discorso per Ford, che si era pronunciata in merito lo scorso anno. Il ritiro dalla terra dei canguri è dovuto da un mercato con pochissima domanda, da una competizione estera molto intensa e dal dollaro australiano molto forte: fattori fuori dal controllo delle aziende che non rendono più praticabile la produzione in Australia.

Una crisi annunciata

Il volume delle auto prodotte negli ultimi anni in Australia ha subito un calo vertiginoso e le vendite sono diminuite drasticamente. Sono dati che non possono garantire la sopravvivenza di un'azienda. Per fare un parallelismo, l'industria automobilistica del Regno Unito esporta 8 automobili su 10 della sua produzione. L'Australia si trova in una zona circondata da paesi in via di sviluppo con un costo del lavoro molto più basso. Dopo l'accordo sul libero scambio stipulato nel 2005 tra Thailandia e Australia, più di due milioni di veicoli prodotti in Asia sono stati importati in Oceania, dal momento in cui è stato deciso di aprire completamente alle auto i propri confini.

Tag

Australia  · Ford  · General Motors  · Toyota  · 

Ti potrebbe interessare

· di Carlo Cimini

La famiglia sudafricana Gupta, di origine indiana, riapre l'ex fabbrica di Gm in Australia. Obiettivo: produrre veicoli a batteria sfruttando le energie rinnovabili locali

· di Paolo Borgognone

Colpita dalla crisi economica, messa in ginocchio dall'inquinamento dell'acquedotto, la città Usa dove nacque la Gm riparte grazie alla plastica e alla Tesla