Guerra giudiziaria tra Google e Uber o, per meglio dire, tra Waymo, che del colosso di Mountain View è il "braccio armato" per lo sviluppo della guida autonoma, e Otto, la società nata all'interno del gruppo di Travis Kalanick con lo stesso scopo.
Lidar nel mirino
Motivo del contendere la proprietà intellettuale di alcune informazioni riservate che il manager Anthony Lewandowsly, avrebbe sottratto a Waymo nel momento in cui ha lasciato la società per fondare Otto. Secondo le accuse, il disegno presentato da Otto dei circuiti del Lidar - il sistema che rileva la distanza degli oggetti e che è basilare per consentire al robot la guida autonoma - avrebbe una "somiglianza impressionante" con i progetti di Waymo.
10 giga di segreti
Sempre secondo Waymo, Lewandosky avrebbe scaricato sul computer aziendale un software attraverso il quale si sarebbe impadronito di 9,7 giga di file considerati "altamente confidenziali", progetti, disegni e documenti di testo. Una volta completato il download del materiale - oltre 14.000 file - il manager avrebbe copiato tutto su un hard disk esterno e avrebbe poi formattato il suo pc per nascondere le prove.
Waymo si difende
Nel suo blog Waymo ha rivendicato la necessità di denunciare quanto è accaduto: "Davanti alla palese violazione del nostro copyright non abbiamo avuto altra scelta, per difendere il nostro patrimonio intellettuale. E' stata una decisione sofferta, visto che Alphabet - che è la società "madre" di Waymo, ndr - ha lavorato spesso al fianco di Uber in molte aree di sviluppo". A sua volta la società di Kalanick si è detta "preoccupata" e ha assicurato che "si occuperà della materia con una indagine approfondita".