Buche, infiltrazioni, dislivelli, spaccature. Le nostre strade sono talmente malandate che non c'è da stupirsi: i lavori di ordinaria manutenzione sono del tutto insufficienti, in questi anni non si è fatto neanche la metà di quanto necessario. La denuncia arriva da Siteb, l'associazione delle aziende che si occupano di costruzione e manutenzione. Stando a una sua analisi, oggi, per tenere in buono stato la nostra rete (lunga complessivamente 500 mila chilometri per un valore complessivo di circa 5 miliardi di euro) si investe quanto si spendeva trent'anni fa. Ma, a quei tempi, c'erano meno strade e meno traffico in circolazione.
Pericolo incidente
"La situazione resta difficile", dice Michele Turrini, presidente Siteb, "il patrimonio stradale è oggi molto degradato e notevoli sono i disagi per gli utenti della strada". A proposito di disagi per gli utenti, vanno considerati anche i rischi per l'incolumità dei comuni cittadini, ciclisti, centauri, automobilisti e pedoni. Stando ai dati Aci-Istat, solo le buche provocano in media ogni anno più di 2.000 feriti e oltre 60 morti.
Servono 40 miliardi
Sarà complicato e oneroso recuperare un gap lungo trent'anni, durante i quali, rimarcano le aziende del settore, "le buche sono sempre state un tema trattato solo nelle campagne elettorali o oggetto di lavori momentanei, tipo le "toppe", che non hanno certo risolto il problema". Ora per ridare un livello sufficientemente adeguato alle nostre strade, sottolinea il presidente Turrini, "ci vorrebbero almeno 40 miliardi di euro. Il nostro paese non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sesto e sicurezza la rete esistente, prima di arrivare al collasso".