Bovini contro motociclette. È uno strano accostamento, ma nella realtà animali e moto sono oggetto di un’annosa querelle che la nuova presidenza degli Stati Uniti avrebbe riacceso con l'Unione Europea. Il grido di allarme arriva dall’Acem, autorevole organo rappresentativo dell’industria europea del motociclismo, che a sua volta è membro dell’Imma, acronimo di International Motorcycle Manufacterers Association, associazione a sostegno dell’industria mondiale della moto.
Carne con gli ormoni? Dazi alla Vespa
Sembrerebbe, insomma, che l’amministrazione Trump abbia riaperto una datata controversia su una decisione dell'Unione europea di vietare le importazioni di carni bovine a cui siano stati somministrati ormoni per la crescita. La storia è vecchia di almeno 20 anni, ma ora gli Stati Uniti starebbero pensando di rispondere con procedimenti che cerchino di imporre, fin dal prossimo marzo, dazi addizionali, addirittura del 100%, su alcune esportazioni dall'Unione Europea verso gli Stati Uniti, fra cui i motocicli con motore tra 51cc e 500cc. Vespa inclusa.
Rischio danni a tutto il settore. Indotto incluso
L'associazione Acem sottolinea che tale decisione non solo infliggerebbe danni commerciali notevoli alle aziende europee, ma influenzerebbe negativamente anche le piccole e medie imprese statunitensi impegnate nei servizi di vendita e post-vendita del settore. Basti pensare al mercato statunitense del Gruppo Piaggio, la cui Vespa è presente negli Stati Uniti fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, o a quei modelli della Ktm, come della Husqvarna, utilizzati per le famose competizioni del Campionato Supercross.
"Non vi è alcuna giustificazione per questa misura. E il settore moto non deve essere trascinato in dispute commerciali rispetto ai prodotti alimentari”, ha affermato Antonio Perlot, segretario generale Acem quindi ribadendo che piuttosto si dovrà andare "alla ricerca di nuove opportunità per promuovere il commercio transatlantico e aumentare la prosperità su entrambi i lati dell'Atlantico, invece di creare nuove barriere artificiali che non solo fanno male alle aziende europee, ma negli Stati Uniti riducono posti di lavoro e provocano danno ai consumatori".