Anche Cuba potrà avere le sue auto a batteria. Lo ha annunciato lo Us-Cuba Trade and Economic Council, l'organismo con sede a New York che si occupa di favorire il ritorno degli scambi commerciali tra gli Stati Uniti e il Paese caraibico.
Leaf per Cuba
L'accordo - della durata di cinque anni - coinvolge la Premier Automotive Export una società con base a Miami, a sua volta sussidiaria della Cayman Island Auto Dealer, basata appunto sulle isole Cayman, l'arcipelago del mare delle Antille, tra Cuba e la Giamaica. Attraverso questa società potranno sbarcare sull'isola del Golfo del Messico le prime Nissan Leaf. Le vetture - a causa delle restrizioni commerciali tuttora vigenti - non potranno essere vendute a privati cittadini cubani e a nessuna entità governativa: andranno alle ambasciate, a ditte private locali e ad aziende americane con interessi a Cuba, come le compagnie aeree o le catene di grandi alberghi.
Attese anche 50 colonnine
Grazie a questo accordo, inoltre, verranno installate a L'Avana e dintorni, cinquanta colonnine di ricarica per auto a batteria presso dei distributori di carburanti già in funzione. In una nota la società della Cayman ha ricordato: "L'uso di queste auto da parte delle compagnie locali e americane operanti sul territorio cubano sarà anche l'opportunità per migliorare la qualità dell'aria nell'isola. Verranno anche creati nuovi posti di lavoro, con benefici per l'economia del Paese".
L'incognita Trump
Unico punto interrogativo sul possibile successo dell'iniziativa è l'atteggiamento che la nuova amministrazione di Washington potrà avere nei confronti dello scomodo vicino caraibico: il presidente Obama si era speso personalmente per rinsaldare i rapporti, politici e commerciali con Cuba ma è prevedibile che Trump - che ha già lasciato capire di non apprezzare le aperture verso il regime di Raùl Castro - possa avere un atteggiamento radicalmente opposto.