È passione. Se non altro simpatia. Parlo del rapporto che si è creato tra Elon Musk e il presidente americano Donald Trump. Il fondatore di Tesla non ha perso tempo e si è subito accreditato con la nuova amministrazione repubblicana. È stato nominato all'interno dello Strategic and Policy Forum creato da Trump e spesso è registrato, prima a New York e ora alla Casa Bianca accanto al presidente. Al resto ci pensano i tweet, strumento usato con grande frequenza da entrambi nei quali Musk non passa giorno di difendere Trump e ultimamente anche il neo segretario di stato, Rex Tillerson, petroliere e ottimi rapporti con Putin. Non senza ovviamente sottrarsi alle critiche di professori come Michael E. mann che fino ai giorni scorsi lo avevano definito un "hero".
Sorpresa in vista?
In sostanza il fondatore di Tesla chiede di far lavorare Trump e poi giudicare, sicuro che "the actions may be surprising". La sorpresa arriverà. Speriamo. Cosa abbia raccontato Trump a Musk non lo sappiamo, di certo dalla colazione di ieri tra il presidente e i ceo di Fiat - Chrysler, Ford e Gm, è sembrato uscire un altro messaggio: "Basta con questo ambientalismo fuori controllo". Parole che non sembrano sposarsi completamente con le auto elettriche prodotte da Tesla.
Le ragioni di un "amore"
Eppure i due sono molto vicini. Perché? Una prima spiegazione viene dal fatto che uno dei consiglieri di Trump, Peter Thiel, è stato co-fondatore insieme a Musk di PayPal poi venduta a eBay. Tesla è poi simbolo della strategia del presidente: auto e batterie prodotte negli Stati Uniti (Fremont e Reno) da americani. Ed esportate in tutto il mondo. Il fondatore di Tesla è poi "ragazzo" scaltro: dopo aver raccolto tutto quello che c'era da raccogliere con l'amministrazione Obama e democratica della California (ricordo che l'impianto di Fremont è stato pagato in gran parte dai contribuenti, non senza le accuse dei repubblicani ...) ora sa che per evitare che tutto naufraghi, deve contare sull'appoggio della nuova amministrazione. Sa bene che Trump prima o poi dovrà utilizzare qualche simbolo per farsi vedere più "verde" alla faccia del mondo: chi meglio di Tesla può dargli questa immagine (virtuale) più pulita? E soprattutto a Musk servono soldi. Tanti. Non è un caso che il titolo Tesla dall'elezione di Trump sia salito del 31%. Un rapporto che su queste basi, è destinato a durare.