Ultimo aggiornamento  24 marzo 2023 01:30

Victory, fine di una leggenda.

Antonio Vitillo ·

Con un comunicato ufficiale - datato 9 gennaio 2017 -  Polaris Industries ha reso noto di aver cessato la produzione delle motociclette Victory, esaurendo contestualmente ogni operazione commerciale relativa al marchio. Continuerà però a fornire ricambi per i prossimi 10 anni, oltre a supportare i concessionari nei servizi di garanzia e nell'esecuzione dei tagliandi alle moto fin qui vendute e per quelle ancora da vendere.

Esempio Harley 

L'operazione ricorda molto quella di un’altra nota azienda americana, la Harley Davidson, che il 30 ottobre del 2009 fermò la produzione delle moto Buell, per concentrare tutti gli sforzi e le risorse sul marchio principale. Polaris farà altrettanto, puntando sull'altro marchio di cui è proprietaria, cioè Indian. "E’ stata una decisione incredibilmente difficile", ha detto Scott Wine, presidente e Ceo di Polaris Industries, "Nel corso degli ultimi 18 anni, nel forgiare il marchio Victory Motorcycles abbiamo investito non solo le risorse economiche. Ci abbiamo messo anche i nostri cuori e le anime. Abbiamo progettato e prodotto una sessantina di modelli: è stata una prova che ci ha dato la fiducia necessaria per acquisire e poi sviluppare il marchio Indian”.

Indian in crescita

Victory Motorcycles era arrivata a conquistare una buona quota di mercato, ma non è mai stata redditizia per il gruppo Polaris. Il marchio Indian è stato preferito pe il buon andamento e la crescita potenziale. Oltre alle moto Indian, Polaris produce il buggie a tre ruote Slingshot ed è leader nella costruzione di motoslitte, di veicoli Atv ed elettrici. Wine ha sottolineato: “Questa decisione ci permetterà di essere più competitivi nel settore delle moto e di migliorare la redditività del gruppo, creando perciò un maggiore valore per gli azionisti".

Occhio a Trump

Basata a Minneapolis, nello stato del Minnesota, Polaris si è impegnata a mantenere la produzione delle Indian a Spirit Lake, nello Iowa, e quella degli Slinmgshot ad Huntsville, in Alabama. Nel 2010 trasferì invece in Messico una parte degli stabilimenti di assemblaggio dei veicoli sport utility: ancora non è dato sapere che destino avrà questo impianto, se Donald Trump mantenesse la promessa di penalizzare le aziende a stelle e strisce che producono fuori dai confini statunitensi.

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