La nuova mobilità a idrogeno è più vicina. Anche in Italia. Mentre al World Economic Forum di Davos 13 leader di altrettante industrie mondiali lanciano l'Hydrogen Council, con il quale sostenere e promuovere la nuova economia a zero emissioni, un passo avanti arriva a livello legislativo nel nostro Paese con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge numero 257 del 16 dicembre 2016 che va a recepire la Direttiva europea 2014/94/UE (Dafi) per la realizzazione di infrastrutture di rifornimento e ricarica dedicate ai combustibili alternativi, tra cui l’idrogeno.
Ora tocca alle infrastrutture
Con l’approvazione del Decreto 257/2016, l’idrogeno ha così una riconoscibilità e importanza all'interno delle politiche di sviluppo sostenibile nel nostro Paese e porterà, almeno a livello di indicazione legislativa, l'Italia a dotarsi di un "adeguato" numero di stazioni di rifornimento entro il 2025. Il numero però è tutto da stabilire. Più certa la revisione dell'attuale norma (Decreto Ministero dell’interno n. 213/2006) che limita da noi oggi l’erogazione di idrogeno a una pressione di 350 bar e che dovrebbe consentire il passaggio fino a 700 bar, livello adottato dai modelli attualmente in circolazione (Hyundai e Toyota) e l'unico in grado di fornire autonomie simili a quelle dei veicoli tradizionali e tempi di rifornimento veloci di circa 3 minuti. Il cambiamento della norma dovrebbe arrivare alla fine di marzo 2017.
Una opportunità per l'Italia
Una apertura importante verso un combustibile in grado di far viaggiare veicoli a zero emissioni, apprezzata da Andrea Carlucci, amministratore delegato di Toyota Italia: "Bisogna ringraziare le istituzioni per aver ascoltato e condiviso la nostra visione del futuro della mobilità, nella quale l’idrogeno gioca un ruolo di primaria importanza. L’adozione di una prospettiva politica chiara e lungimirante, è fondamentale per non perdere l’opportunità di diventare un Paese all’avanguardia nello sviluppo e nell’applicazione di una risorsa altamente innovativa come l’idrogeno”.