Nell’anno più duro dopo lo scoppio dello scandalo dei diesel truccati nel settembre 2015, il gruppo Volkswagen è riuscito a rimettersi in carreggiata, aumentando le vendite del 3,8%.
Verso il top
Nel 2016 i dodici marchi che ne fanno parte hanno consegnato complessivamente 10,3 milioni di veicoli, un risultato che a spese di Toyota (i cui dati sono attesi per inizio febbraio) potrebbe significare la conquista del gradino più alto del podio mondiale dei produttori di auto. “In un anno molto difficile - ha dichiarato il ceo Matthias Mueller - abbiamo stabilizzato il nostro business”. Ma non è tutto oro quel che luccica. A tenere su le vendite (+12%) è stata ancora una volta la Cina (dove il diesel non ha mercato) che pesa ormai per il 40% dei volumi del gruppo.
Aiuto dall'Europa
Una mano l’ha data anche la ripresa del mercato europeo, che è cresciuto però molto più del 4% fatto registrare dalla casa di Wolfsburg, mentre è proseguito il calo delle vendite negli Stati Uniti (-2,6%) e si è accentuato quello in Brasile (-34%). L’analisi dell’andamento dei singoli marchi segnala il maggior incremento (+11%) per la branca dei veicoli commerciali di Volkswagen e, fra i produttori di auto, per Skoda (+6,8%) che ormai da diversi anni rimedia alle persistenti fatiche della capogruppo (+2,8%) e al decollo continuamente rinviato di Seat (+2,6%).
Porsche in ripresa
Fra i marchi premium, sempre bene ma non benissimo Porsche (+5,6%) e benino Audi (+3,8%). Sebbene il Dieselgate proietti ancora la propria ombra sulle vendite di Volkswagen e Audi in alcuni mercati e rimanga da capire quanto lo scandalo finirà per pesare realmente sui bilanci, Mueller vede rosa per quest’anno, in cui è previsto il lancio da parte dei vari marchi di 60 nuovi o “rinfrescati” modelli, alcuni dei quali di grande importanza sia per volumi, come le Volkswagen Polo e Touareg, la Seat Ibiza la Skoda Yeti, sia per immagine e redditività come l’Audi Q8 e la Porsche Cayenne. E intanto il gruppo accelera nello sviluppo della guida autonoma e dell’elettrificazione, le nuove frontiere della mobilità nel decennio prossimo.