E alla fine ha vinto Donald Trump. Forse. Mark Fields ceo di Ford ha annunciato a Detroit una serie di azioni che caratterizzeranno la strategia della Casa americana nei prossimi mesi. Prima di tutto ha parlato, e non poteva essere altrimenti, degli investimenti negli stabilimenti fuori del confine, ampiamente criticati dal presidente eletto Trump: Ford cancellerà i 1,6 miliardi di dollari destinati al Messico (San Luis Potosi) e stanzierà 700 milioni per la fabbriche in Michigan. In particolare le risorse economiche saranno destinate a Flat Rock dove verranno prodotte le auto a batterie, per le quali Ford punta direttamente alla leadership: "Saranno 13 i veicoli elettrici della nostra gamma entro il 2020", ha spiegato Fields. L'investimento complessivo nell'elettrificazione, ha ripetuto spesso durante il suo speech il ceo di Ford, è di 4,5 miliardi di dollari.
Mustang e F-150 ibride
Dei 13 modelli elettrici, Fields ne ha elencati a Detroit solo 7, tra questi quasi a sorpresa, la Mustang e la F-150 (l'auto più venduta negli Stati Uniti) ibride ovvero con motore a benzina abbinato a uno o più elettrici. I piani però non si esauriscono qui: Ford lancerà entro il 2020 un piccolo suv completamente elettrico con un'autonomia di 300 miglia, quasi 500 chilometri a zero emissioni. L'auto sarà prodotta (con ovazione dei presenti) nello stabilimento di Flat Rock, a sud di Detroit.
Ibride anche per la polizia
A questi si aggiungeranno un veicolo elettrico destinato al servizio di ride-sharing (tipo Uber e Lyft) a guida altamente automatizzata, il Transit Connect per l'Europa ibrido plug-in e due modelli ibridi destinati alla polizia americana. L'elettrificazione porterà - per la gioia di Trump non proprio sostenitore dei veicoli a batteria - 700 nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti nei prossimi 4 anni. Da qui l'invito di Fields per il nuovo Congresso a incoraggiare politiche di sviluppo in grado di aumentare la competitività del sistema americano.
E' vero piegarsi alla volontà di Trump?
Le parole di Fields sembrano dunque un volersi piegare alle sollecitazioni di Trump. Ma è vero passo indietro? Di certo i numeri, seppur importanti, messi in gioco oggi dal ceo di Ford (i 700 milioni destinati agli impianti americani piuttosto che al Messico) sono decisamente ridotti (soprattutto quelli "reali") rispetto a revenue e investimenti complessivi della Casa americana. L'elettrificazione poi era già stata annunciata e sicuramente non farà felici i petrolieri vicini a presidente eletto. Vedremo nei prossimi mesi. Nel frattempo Trump festeggia con un tweet ma la partita tra presidenza e industria automobilistica sembra appena iniziata.