La California ha voltato le spalle a Uber, costringendo la società di ride hailing a sospendere il servizio svolto con auto a guida autonoma a San Francisco, in quanto non in regola con i permessi statali. La risposta di Travis Kalanick e soci non si è fatta attendere e ora Uber punta allo stato dell'Arizona.
Via da casa
Dopo il definitivo blocco dall'amministrazione di Sacramento, Uber ha deciso di spostarsi con tutta la sua flotta autonoma nello stato confinante, pur confermando di rimanere "completamente a disposizione" delle autorità californiane e in attesa di sviluppi che permettano di riprendere l'utilizzo delle auto autonome a San Francisco e nelle altre città. Per ora non sono stati forniti dettagli sui tempi e i modi del trasloco; non si sa se sia stata spostata l'intera flotta di auto robot - in tutto ce ne erano 16 registrate presso la motorizzazione della California - né quando inizieranno i test sulle strade dell'Arizona.
Governatore a braccia aperte
A "chiamare" Uber oltre il confine è stato direttamente il governatore repubblicano Doug Ducey, che ha tweetato un invito diretto: abbandonate il vostro stato di origine e trasferite la flotta guidata dai robot dalle parti del Grand Canyon. "L'Arizona - ha esultato Ducey - accoglie a braccia aperte la flotta di auto autonome di Uber. Mentre la California crea difficoltà aumentando la burocrazia e le regole, l'Arizona apre la strada allo sviluppo tecnologico e agli affari ad esso connessi". Anche il portavoce del governatore, Daniel Scarpinato, ha confermato come Ducey sia un grande sostenitore della guida autonoma, tanto da aver firmato una legge statale in proposito già nell'agosto del 2015.