Arriva della Florida State University la soluzione che potrebbe favorire la diffusione dei veicoli a idrogeno. Un'equipe di scienziati, coordinata dal docente di ingegneria Jose Mendoza-Cortes, ha messo a punto dei nuovi materiali per i serbatoi che consentono di immagazzinare in modo più efficiente l'idrogeno a bordo, utilizzato nelle auto alimentate a celle combustibili (fuel cells), al fine di aumentarne l’autonomia di marcia.
Rifornimento a bassa pressione
Grazie a simulazioni effettuate al computer e tramite equazioni matematiche complesse, i ricercatori sono riusciti a individuare 270 materiali porosi a base di metalli di transizione, tra cui il cobalto, il ferro e il nichel, che hanno la caratteristica di legarsi con l’idrogeno e possono essere facilmente trovati in natura, abbassando quindi anche i costi industriali per il loro impiego. Impiegati nella costruzione dei serbatoi delle auto a fuel cells, questi permetterebbero non solo di stoccare una maggiore quantità di combustibile ma anche di richiedere meno energia al momento di fare il pieno, effettuando il rifornimento a temperature più basse ed esercitando una pressione inferiore. Nello specifico l’idrogeno potrebbe essere immagazzinato a temperatura ambiente, sfruttando una pressione inferiore ai 200 bar.
Dal sole l'energia per ricavare l'idrogeno
Impegnata da tempo nello studio di soluzioni che favoriscano l’uso di fonti energetiche e carburanti sostenibili nei settori industriali e nella mobilità, l’equipe di Mendoza-Cortes non è comunque nuova a scoperte simili: lo scorso anno i ricercatori americani avevano già ideato un materiale con cui replicare il meccanismo della fotosintesi delle piante e sfruttare l'energia solare per “rompere” la molecola dell'acqua in ossigeno e idrogeno.