La nuova Toyota C-HR, crossover compatto (4,36 centimetri di lunghezza) con motorizzazione ibrida ereditata dalla quarta generazione della Prius, è in vendita nelle concessionarie italiane dal 19 novembre. Prezzi dai 21.500 euro (in promozione) per la versione con il solo 1.2 turbo benzina da 116 cavalli (solo motore in alternativa all'ibrido), fino ai 30.400 euro per la full hybrid nella versione più accessoriata. A due e quattro ruote motrici, in mezzo molte soluzioni, esclusi un paio di caposaldi: non c'è versione diesel, non c'è cambio manuale nemmeno sul benzina. Mentre il pacchetto sicurezza con cinque sistemi è di serie anche sull'allestimento base.
Preordini ibridi
La Toyota C-HR non è un modello da referendum, ma qualche sì e qualche no si possono dare, con una prevalenza facile da prevedere ma che lasciamo volentieri al mercato. Diciamo subito che, secondo Toyota Italia, nei preordini il 90% ha scelto l'ibrido. Dato interessante, considerando che a livello europeo, il costruttore prevede di vendere questa versione rispetto al benzina al 75% del mix. Anche perché l'ibrido è una scelta di futuro.
Questi i sì
I sì sono innanzitutto per il cuore ibrido. Una certezza, visto che Toyota ha iniziato nel 1997 con il doppio motore e che questa quarta generazione del sistema è ancora più efficiente, sulla carta come su strada. Il 1.8 benzina più l'elettrico danno complessivamente 122 cavalli, 3,8 litri di consumo dichiarati ogni cento chilometri nel ciclo misto, 82 grammi per chilometro di anidride carbonica alla voce emissioni sempre nei dati ufficiali. Sì ancora per la scelta della filiale italiana di importare per il benzina solo auto con cambio automatico, di mettere optional (1.000 euro) il navigatore (per altro un po' lento, mentre la telecamera posteriore è poco definita) e di dotare il veicolo dei cinque sistemi di sicurezza attiva presenti nel Toyota Safety Sense di serie anche sull'allestimento base Active (dove c'è già praticamente tutto quel che serve).
Questi i no
I no non sono sulla linea da coupé rialzata - piace, non piace, è una margherita di gusto sul quale decide il mercato - ma su alcuni effetti che questo design aggressivo ha sulla funzionalità dell'auto. In particolare, va fatta attenzione alla curva discendente del tetto quando ci si accomoda sul sedile posteriore pena urtare con la testa. Poi la visibilità posteriore non è granché, sia quella di trequarti che dal lunotto, in entrambi i casi per superficie vetrata ridotta. Infine, il bagagliaio non è al top con i suoi 377 litri dichiarati di capacità, nella configurazione a cinque posti.