"Il patto per il futuro è il più grande programma di riforma della storia di Volkswagen" che renderà l'azienda "più efficiente, produttiva e competitiva". Lo ha detto il numero uno del gruppo Volkswagen Matthias Mueller in una conferenza stampa a Wolsfburg svelando i dettagli della sua grande riforma post dielsegate.
La svolta
Il patto concluso con il sindacato permetterà al gruppo di "accelerare su elettromobilità, digitalizzazione e connettività'", ha aggiunto Mueller. "Con il patto per il futuro è stata evitata una ristrutturazione incontrollata di Volkswagen", ha spiegato il capo del consiglio di fabbrica Bernd Osterloh, sottolineando che la salvaguardia del lavoro a lungo termine può essere assicurata solo con una solida base dell'azienda. "Volkswagen è in una situazione difficile", ha ammesso, sottolineando l'importanza dei meccanismi sociali come il prepensionamento progressivo. "La svolta verso l'elettromobilità permetterà di sviluppare negli stabilimenti tedeschi le auto elettriche", ha concluso Osterloh, dicendosi certo che questa scelta garantirà nuovi posti di lavoro, 9.000 negli obiettivi.
23.000 in Germania
Il patto prevede intanto lacrime e sangue per i dipendenti. Non licenziamenti in Germania fino al 2025 ma prepensionamenti, part time e mancati rinnovi di contratti in scandenza per 30.000 persone a livello globale, di cui 23.000 in Germania, per arrivare a risparmiare 3.7 miliardi di euro annualmente entro il 2020. Il capo del brand Volkswagen, Herbert Diess, ha detto anche che il costruttore investirà 3.5 miliardi di euro per trasformare il marchio e le fabbriche in Germania, per renderle più produttive del 25%. Entro il 2025, il gruppo ha già dichiarato di voler mettere in commercio 30 nuovi modelli elettrificati.