Il professor Alberto Broggi sperimenta la guida autonoma dagli anni ’90, molto prima di Google. Lo fa all’università di Parma con VisLab, società comprata l’anno scorso dagli americani di Ambarella per 30 milioni. I quali gli hanno lasciato autonomia e permesso di accelerare sulla ricerca sul software necessario ai nuovi sistemi di mobilità, in competizione con la Silicon Valley e i più importanti costruttori di auto.
Tutti a bordo
Broggi è venuto a trovarci in redazione a l’Automobile regalandoci una foto del presidente del consiglio Matteo Renzi mentre a Parma è a bordo di un’auto dotata di sistemi di assistenza alla guida sviluppata da VisLab. E alla domanda sul perché in Italia manchino ancore delle regole per sperimentare su strada la guida autonoma, Broggi ci ha risposto che sta lavorando con il governo, andando a bussare a ogni porta perché anche il nostro Paese possa contare su normative utili alla ricerca. Né più né meno come accade in Francia, in Germania, in Gran Bretagna.
Decisioni rapide
Renzi ha capito l’importanza del tema, ci dice Broggi. Che tiene a sottolineare una parola d’ordine: velocità. Velocità di una qualche decisione da parte delle autorità, perché velocità è lo strumento chiave dello sviluppo. Nella Silicon Valley come, perché no, in Italia.