Attraverso Facebook si fanno nuove amicizie, si rinsaldano quelle vecchie, si trovano nuovi amori e magari si scopre anche qualche "tradimento". Nel Regno Unito c'è stato anche chi ha provato a utilizzare il social network per valutare quanto far pagare ai neo patentati di assicurazione d'auto. Mossa, per ora, sventata.
Novità dal Galles
A introdurre la valutazione della personalità del neo patentato che richieda una assicurazione attraverso uno studio dei suoi atteggiamenti "social" è stata la Admiral, specializzata nel ramo auto con sede centrale a Cardiff. Come già succede per alcune società di concessione di credito, la personalità del potenziale cliente sarebbe stata studiata anche andando a guardare i suoi post su Facebook. L'offerta sarebbe poi arrivata ai potenziali clienti attraverso una app con uno sconto tra i 5 e il 15% per chi fosse rispettato meno incline ad avere incidenti.
Arriva lo sconto
Il progetto si basava su degli studi - citati dalla Admiral nell'annunciare la novità - secondo i quali "alcune personalità - per esempio quelle maggiormente distratte o disorganizzate - avrebbero più possibilità di altre di rimanere coinvolte in un incidente stradale. Secondo la società gallese approfondire alcuni aspetti comportamentali del guidatore può fornire elementi utili a stabilirne la potenziale pericolosità una volta al volante. Si sarebbero presi in esame, comunque solo i post che si sono pubblicati direttamente e non quelli in cui si viene semplicemente "taggati". Una volta passato "l'esame" la Admiral si sarebbe riservata di proporre al cliente uno sconto fino al 15% rispetto alla tariffa applicata.
Risponde alle critiche
Qualcuno ha subito storto la bocca sentendo parlare di questo sistema di indagine ma alla Admiral si sono difesi sostenendo che tutto fosse perfettamente legale e corretto: "I dati su Facebook - confermano da Cardiff - saranno utilizzati esclusivamente per calcolare questo eventuale sconto. Sono, comunque, solo dati che le persone hanno deciso di pubblicare. Noi ci imiteremo a paragonarli con quelli di altri clienti e a dedurre, quindi, la percentuale di rischio. Inoltre saranno presi in considerazione solo i post degli ultimi sei mesi e nessuna informazione verrà ceduta o condivisa con altre parti.
Lo stop di Facebook
Ma proprio alla vigilia del lancio dell'iniziativa è arrivato lo stop da parte della società di Mark Zuckerberg. "La nostra piattaforma - ha dichiarato un portavoce di Facebook - ha come priorità assoluta la difesa della privacy. Le nostre linee guida sono chiare: non possiamo permettere che dati ottenuti attraverso noi siano utilizzati per favorire o sfavorire qualcuno". Facebook permetterà comunque ai clienti di accedere alla app della Admiral ma senza andare oltre. Dalle associazioni che difendono i diritti degli utenti dei social è arrivato un plauso: "Non si possono "vendere" le espressioni della personalità di ognuno sui social network come se fossero informazioni commerciali - ha dichiarato il responsabile dell'Open Rights Group, Jim Killock - ed è positivo che Facebook si sia opposto a questo uso spregiudicato di dati personali".