Fin dalla prima simbolica partecipazione della marca a un Salone internazionale, quello di Detroit una decina d'anni fa, il patron di Geely, Li Shufu, non ha mai nascosto l'obiettivo di arrivare prima o poi ad aggredire i principali mercati fuori da quello d'origine. C'è voluto tempo, anche a causa della grave crisi economica del 2008, ma quel momento ormai sta per arrivare. Con il lancio di un nuovo brand globale, Lynk & Co. che debutterà in Europa e negli Stati Uniti nel 2018, subito dopo l'esordio in Cina a fine 2017.
La scommessa: qualità low cost
Non è la prima volta che un costruttore di auto cinese tenta con qualche ambizione di metter piede in Europa. Ci avevano già provato, qualche anno fa, Landwind e Brilliance, entrambe rispedite a casa dopo i pessimi risultati ottenuti dai loro modelli nei crash test. E più recentemente Chery con le vetture marchiate Qoros, che per guadagnare in qualità hanno perso il fondamentale vantaggio del prezzo basso, sicché le vendite nel Vecchio Continente non sono neppure cominciate. La scommessa di Lynk è avere l'una e l'altro - modelli di buona fattura, quasi premium, e al tempo stesso low cost - grazie a tre fattori chiave: la tecnologia della svedese Volvo (che Geely ha acquisito nel 2010), la fabbricazione in Cina e un innovativo sistema di distribuzione.
Piattaforma modulare
Il primo modello di Lynk, chiamato semplicemente 01, sarà un Suv di dimensioni compatte ad alimentazione ibrida (un motore tre cilindri 1.5 a benzina e un’unità elettrica) con cambio manuale a sei marce oppure automatico a doppia frizione e sette marce. Nascerà sulla nuova piattaforma modulare Cma, sviluppata da Geely e Volvo per dare i natali ai futuri modelli compatti di entrambe, primo fra tutti il Suv che l'anno prossimo terrà a battesimo la nuova famiglia "40" della Casa svedese.
Anche elettriche e ibride plug-in
Nei piani di Lynk ci sono poi una berlina compatta che prenderà il numero 02, già prefigurata dal concept di una coupé a quattro porte e altre vetture che grazie alla flessibilità della piattaforma Cma potranno essere anche ibride plug-in ed elettriche pure. Tutte costruite in Cina (nell'impianto di Taizhou, città a 300 km a sud di Shanghai da cui Geely ha preso le mosse) per tenere a bada i costi, come pure i motori a benzina su licenza Volvo (oltre al tre cilindri 1.5, un quattro cilindri 2.0).
Al cuore del mercato
Geely punta a posizionare la sua marca globale al cuore del mercato, lasciando a Volvo il compito di competere con i brand del lusso. E ha deciso di chiamarla Lynk proprio per enfatizzare l'alto livello di connettività dei suoi modelli, che saranno sempre connessi a Internet e a una rete cloud. E non solo: grazie a una piattaforma digitale e a un'apposita app sviluppate in collaborazione con Microsoft, Alibaba ed Ericsson, potranno essere utilizzati per lo sharing, permettendo così ai proprietari di massimizzare l'uso e ricavarne un guadagno.
Consegna direttamente a casa
Prima del costo d'esercizio viene però la spesa per l'acquisto, su cui mediamente gravano per il 25% i costi di distribuzione. E l'incidenza non può che aumentare se la rete deve essere creata da zero. Che fare, dunque, per tenere bassi i prezzi? La risposta di Geely è che le auto di Lynk non saranno vendute, come quelle di tutte le altre case, nelle concessionarie, bensì via Internet o al più in negozi di proprietà. Saranno consegnate direttamente a casa dell'acquirente e lì prese in carico per la manutenzione.
Poche versioni, niente optional
"Il nostro obiettivo - ha dichiarato Alain Visser, senior vice president di Lynk - è arricchire e semplificare l'esperienza di possesso, ridefinendo il modo di comprare, detenere e usare le auto". Anche sotto il profilo della varietà dell'offerta. Estremizzando un approccio già adottato a suo tempo da diverse case giapponesi per i loro modelli esportati in Europa, Lynk proporrà un numero limitato di varianti tutte con equipaggiamento standard, piuttosto che una gamma con lunghe liste di opzioni che moltiplicano le configurazioni possibili ma anche i costi di produzione.