Ultimo aggiornamento  22 marzo 2023 00:58

Fisker, una scommessa chiamata grafene.

Flavio Pompetti ·

New York - Henrik Fisker, il carismatico disegnatore-imprenditore danese, che ha firmato modelli iconici come la Bmw Z8 e la Aston Martin DB9, sta lavorando all’allestimento di una nuova berlina di lusso ad alimentazione elettrica, che dovrebbe debuttare nella seconda metà del 2017. Fisker ha detto all’agenzia Bloomberg che la sua nuova portabandiera avrà un’autonomia di 620 chilometri, grazie all’utilizzo di nuove batterie studiate dai tecnici della Ucla, e ora in progettazione in uno studio interno della sua azienda, la Fisker Nanotech, diretta dal bioingegnere Jack Kavanaugh.

L’eterna sfida a Tesla

E’ il secondo tentativo che Fisker fa di entrare nel mercato oggi dominato dalla Tesla. La sua Karma, una berlina da 100.000 dollari, aveva debuttato al salone di New York nel 2008, prima ibrida plug in ad arrivare sul mercato, con consegne promesse per il 2011. La vettura ebbe problemi alle batterie fin dall’inizio e poi cominciarono ad arrivare rapporti e immagini di Karma che andavano a fuoco, tra surriscaldamento degli elementi e problemi ai contatti elettrici. Nel 2012 arrivò l’ordine di richiamo per i 400 esemplari circolanti; poi il fallimento del fornitore delle batterie, la A123Systems, precipitò l’intera avventura commerciale. Fisker Automotive entrò in bancarotta controllata riuscendo a salvare il marchio, che poi ha ricostituito con l’aiuto dell’ex top manager della Gm, Bob Lutz, e dell’industriale Gilbert Villareal nella VLF Automotive, lanciata lo scorso gennaio con la super sportiva Force 1 V10.

Una scoperta da Nobel

Il progetto viaggia sulle ali del sogno e all’incrocio delle nuove componenti che stanno disegnando il futuro dell’automobile. Il terreno è quello fertile della California, sul quale si incontrano ricerca di tecnologie sofisticate, grandi capitali di investimento e imprenditori avventurosi, animati dallo spirito immortale della nuova frontiera. La chiave tecnologica sulla quale Fisker sta puntando è l’utilizzo del grafene, uno dei super materiali di ultima generazione, la cui scoperta è valso il Nobel per la fisica nel 2010 agli scienziati Andre Geim e Konstantin Novoselov. Leggero e resistente, il grafene ha un indice di mobilità degli elettroni di gran lunga superiore a quello del litio e quindi permette una ricarica più veloce, oltre ad una maggiore accumulazione di energia.

Cosa fa la Nanotech

Il limite finora per le applicazioni industriali è il costo di produzione, e su questo terreno Fisker sembra aver appena aperto una nuova pista che potrebbe garantirle il vantaggio commerciale: la sua Nanotech ha depositato il brevetto per una macchina capace di produrre un chilo di grafene al costo di 100.000 dollari.  La “erede spirituale” della Karma, secondo la definizione di Henrik Fisker, dovrebbe vedere la luce prima della fine del 2017, seguita da un modello compatto a pura trazione elettrica, dal prezzo contenuto entro i 40.000 dollari.

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