New York – Uno ha un garage con dentro 110 auto e un gran numero di pezzi da collezione, l’altra ha dato via la vecchia Oldsmobile Cutlass vent’anni fa e da allora non ha più preso in mano il volante. Ma quando girano gli Usa nelle tappe della campagna presidenziale, Donald Trump e Hillary Clinton sono entrambi seduti sul sedile posteriore di un pachidermico suv dai vetri oscurati. Sono entrambi merce troppo preziosa per sedere sul sedile anteriore.
A bordo di una Olds
Hillary era cresciuta a bordo della Cadillac di suo padre nella ricca periferia di Park Ridge, alla periferia di Chicago. La Olds l’aveva accompagnata agli inizi della carriera di avvocato, e lei le era affezionata perché era divenuta una specie di seconda pelle nelle tante missioni di assistenza sociale che aveva compiuto in quegli anni. “Anche i servizi segreti avevano finito per riconoscerla al primo sguardo – ha raccontato una volta parlando all’assemblea di un automobile club – e me l’hanno requisita il giorno che sono entrata con mio marito alla Casa Bianca”. Ora il suv che l’aspetta sull’uscio della villa di Chappaqua a nord di New York è un GMC Savana Explorer Limited con il telaio allungato, una sorta di limousine al testosterone.
Un ricco garage
Anche Trump ha dovuto rinunciare alla guida, e si fa scorrazzare tra un comizio e l’altro dal mezzo di cui parla con orgoglio, come se il suo fosse un endorsement: lo Chevrolet Suburban, un classico della nomenclatura politica e finanziaria newyorkese. Nel garage casalingo alla base della Trump Tower ha invece una scelta da conoscitore, che va da una Rolls-Royce Silver Cloud del ’56 all’altra Rolls Phantom; da una classica Mercedes S 600 ai muscoli di un’altra vettura dello stellone di Stoccarda: una SLR MCLaren da 617 cv. Di 450.000 dollari di valore.
Perfino una Tesla Roadster
Ha acquistato da poco una Lamborghini Diablo e custodisce il segreto inconfessabile di una Tesla Roadster. Trump ha un debole per le auto della Gm, e qualcuno dice che è per questo che nelle piazze e nei comizi se la prende solo con i transplant messicani della Ford, anche se il Suburban è in realtà assemblato dalla Gm nell’impianto di Silao, nello stato messicano di Guanajuato. La collezione conta anche da una Cadillac Escalade, una vecchia Allanté, relitto di una cooperazione Cadillac-Fiat ante litteram negli anni ’80, e una Chevy Camaro nell’edizione Indy 500.
Solo uno di loro finirà comunque per sedersi a bordo dell’auto che si contendono da due anni: la Cadillac limo a prova di proiettile elaborata a partire dal telaio di un suv e familiarmente chiamata The Beast: la bestia, che spetterà dal prossimo gennaio al vincitore del voto dell’8 di novembre.