Toyota e Suzuki hanno annunciato un accordo per cominciare a esplorare le opportunità di una partnership. Le due aziende hanno individuato nello sviluppo delle future tecnologie per la mobilità, dai nuovi standard industriali alle infrastrutture, le aree della ricerca in cui potrebbero unire i loro sforzi. Senza escludere altri possibili partner. Si tratta per il momento di una dichiarazione d’intenti, importante però perché segna un punto di svolta per entrambi i costruttori.
Ritardo da colmare
Toyota non è nuova a collaborazioni anche industriali con altre Case (per esempio l’ultradecennale joint venture in Europa con Psa per la produzione di citycar), tuttavia non aveva mai nascosto la preferenza per lo sviluppo del proprio business in piena autonomia. Nel comunicato di oggi il colosso giapponese ricorda il proprio impegno nella ricerca, nei campi dell’ambiente, della sicurezza e dell’information technology, ma si dice anche “conscio del fatto che potrebbe essere in ritardo rispetto ai rivali in NordAmerica ed Europa per quanto riguarda l’adozione di standard comuni e collaborazioni con altre aziende”. L’accordo con Suzuki, dunque, apre un capitolo nuovo.
L'autonomia è salva
Conclusa in tribunale la disputa con Volkswagen per la partnership mai realmente avviata, Suzuki si è ripresa l’autonomia che imputava alla casa tedesca di averle sottratto, ma è tornata anche a cercare nuove alleanze, fondamentali per un costruttore che per quanto specializzato in un settore (quello delle auto piccole) non possiede la massa critica necessaria per realizzare adeguate economie di scala. L’accordo con Toyota apre un nuovo scenario, promettente se non altro perché Suzuki ha trovato un partner che parla la stessa lingua.
Alleati ma sempre rivali
Nel comunicato congiunto le due aziende precisano che “hanno solo cominciato a esplorare le opportunità per una collaborazione”, previo accordo che “continueranno a competere l’una con l’altra, correttamente e in totale indipendenza”. Toyota e Suzuki sottolineano che l’obiettivo è favorire la standardizzazione nell’industria dell’auto, dunque le porte sono aperte anche a eventuali altri partner.