L’avevamo visto in foto, l’abbiamo toccato con mano al Mondial de l’automobile parigino: il prototipo Citroën Cxperience fa pensare a quando la Citroën faceva la Citroën. Quando puntava per distinguersi essenzialmente su comfort e innovazione di design, cosa che nell’alto di gamma è riuscita in modo clamoroso con la DS del 1955, e poi fino alla CX degli anni ’80.
Che succede
Dopo, la storia Citroën non è stata sempre all’altezza, ma da qualche anno qualcosa sta cambiando. Dalla Cactus, berlina compatta sulla quale si può anche discutere ma che certo non passa inosservata, alla nuova generazione della C3 portata a Parigi, berlina di segmento B cresciuta nelle dimensioni con un’aria da crossover molto à la page.
E ancora la Cxperience, berlina coupé due volumi lunga 4 metri e 85 centimetri, cuore ibrido da 300 cavalli, che anticipa la voglia di Citroën di rientrare nel segmento D. Non sarà una passeggiata in una fascia di mercato dominata dai marchi tedeschi, ma quando si prova a tornare a fare il proprio mestiere tout court è quasi sempre una buona notizia.