E’ la fortuna di chi ha successo: far parlare di sé anche senza essere presenti. La prima giornata della stampa del Mondial de l’Automobile di Parigi appena conclusa ha decretato Tesla come sua unica regina.
L’azienda californiana creata da Elon Musk è qui praticamente in forma privata con la sola Model X, il suv visto (e rivisto) già in altre occasioni. Nulla di più. La compatta Model 3 - quella dei grandi numeri - è stata lasciata in California e lo stand a Parigi è più coreografico che altro. D'altronde credo sia stato imposto dalla filiale europea visto che nel quartiere generale di Fremont amano ben poco i tradizionali Saloni dell’auto (oltre ai concessionari). Non è un caso che della prima fila (e forse neppure della seconda) del management non ci sia nessuno.
Eppure basta e avanza. Tesla è l’invitato illustre da portare in tutte le chiacchiere della festa. Il motivo? Se nonostante i numeri di nicchia, oggi l’auto elettrica è una realtà e a Parigi è protagonista quasi ovunque, molto lo si deve all’industria californiana. Elon Musk è riuscito a rendere i veicoli a batteria desiderati come uno smartphone di ultima generazione. E’ stato il primo a scommetterci. E’ stato il primo – seppur a listini non proprio accessibili per tutti - a dargli autonomie senza ansie e prestazioni alla pari di una Ferrari.
Ora qui a Parigi raccoglie un applauso fatto di parole, strategie e modelli dei concorrenti: i 30 modelli elettrici che il gruppo Volkswagen ha annunciato entro il 2025 attraverso il concept ID, il nuovo sub-brand dedicato solo a veicoli a batterie di Daimler (ex azionista di Tesla), la piccola Ampera-e di Opel, solo per citare alcuni esempi, sono tutti in parte figli di Elon Musk. Ora la sfida, in particolare per l’industria premium, è inseguire Tesla, recuperando il tempo perduto finora. Tutti qui a Parigi lo dicono apertamente. Quasi fosse un vanto seguire la strada di Tesla. E Musk dall’altra parte dell’Oceano si può godere il successo degli assenti.