New York - La Cadillac aggiungerà il prossimo anno un altro mattone alla costruzione della guida autonoma con l’introduzione del Super Cruise, un nuovo sistema di controllo per le componenti di autopilota che saranno inserite progressivamente sulle vetture del marchio della General Motors.
Intelligenza artificiale e operatori per la massima sicurezza
Si tratta di un programma di software che utilizza le strumentazioni a bordo dell’auto per tenere sotto continuo controllo gli occhi della persona seduta al sedile del pilota. Se i sensori avvertono che il pilota si sta addormentando, o ha gli occhi puntati troppo a lungo su una superficie diversa dalla strada, scattano segnali di allarme visivi e sonori. Se l’automobilista non risponde nemmeno a questi, parte il collegamento con il sistema di sicurezza Onstar, da decenni a bordo delle vetture General Motors. A quel punto un operatore remoto cercherà di chiamare al telefono di bordo il cliente per verificare che sia in grado di governare la vettura. Se anche la chiamata resta senza risposta, il comando torna al Super Cruise, che può ordinare il rallentamento della marcia, e il parcheggio dell’auto sulla banchina di emergenza.
Paracadute per i "buchi" del software
Un tale sistema ha il merito di alleviare l’incertezza che regna al momento intorno all’uso di componenti progressivi dell’autopilota. Nel caso specifico del primo incidente mortale a bordo di una Tesla S lo scorso maggio, nel quale il pilota si era completamente distratto e stava lavorando al suo laptop, gli allarmi del Super Cruise avrebbero evitato la mancata lettura dell’ostacolo che il software della Tesla ha sofferto, e anche l’urto contro il rimorchio di un camion che stava girando ad un incrocio.
Anche i tedeschi puntano sullo sguardo
Altri sistemi di controllo al momento installati si basano sul contatto frequente delle mani sul volante. Si tratta di una misura fallace secondo Mark Reuss, il vice presidente esecutivo della GM e responsabile per lo sviluppo di nuovi prodotti, perché non risponde necessariamente ad una situazione di allerta e di effettiva padronanza della guida. Gli occhi invece lo sappiamo, non mentono. Audi e Volkswagen stanno mettendo a punto simili tecnologie che presto approderanno anche sulle loro vetture.
Occhi ma non solo
A Silicon Valley i progetti di Eye Tracking (monitoraggio degli occhi) sono già più avanti. La startup Eyeris Technologies dispone già di un sistema che oltre al movimento degli occhi registra quelli del capo, e poi l’orientamento del corpo, lo sbadiglio, ogni altro movimento che possa indicare l’alterazione dello stato d’animo di uno o più passeggeri.
Il problema dei dati raccolti
Con una tale messe di informazioni a disposizione, resta da definire chi, e per quale scopo, può avere accesso ai dati raccolti da questi nuovi dispositivi. La tentazione per una casa automobilistica di venderli alle assicurazioni ad esempio, sarà molto forte in assenza di una disciplina specifica.