La “rivoluzione digitale” è tra noi. La crediamo il futuro e, invece, è il presente. Forse perché le cose cambiano così rapidamente che quasi non ce ne accorgiamo. Prima ci prepariamo - soprattutto mentalmente - meglio sarà. Non parliamo di viaggi su Marte o colonie orbitanti intorno alla Terra. Per questo c’è ancora un po’ di tempo. Parliamo della vita di tutti i giorni. Dei nostri mille spostamenti quotidiani per lavoro, studio, famiglia o tempo libero.
Chi si attarda è perduto
Da un lato, la guida autonoma sarà presto realtà. Già oggi più di un milione e mezzo di chilometri sono stati percorsi senza guidatore. E questo grazie a un'unica casa automobilistica. Dall’altro, la mobilità condivisa cresce al ritmo del 30% l’anno. Insieme disegnano la punta dell’iceberg di una realtà in rapida e profonda trasformazione. Realtà con la quale non dovranno fare i conti solo gli automobilisti, ma l’intero sistema mobilità. Nessuno, infatti, potrà più perdere il passo. Nemmeno quei settori con le spalle tradizionalmente larghe che, fino ad oggi, sono apparsi in grado di assorbire l’onda d’urto di qualunque mutamento. Parliamo di assicurazioni. Secondo McKinsey & Company – una tra le più quotate società di consulenza a livello internazionale – infatti, le trasformazioni digitali rappresentano una sfida “in grado di ridisegnare l’intero comparto assicurativo”. Non solo: “Gli assicuratori che evolveranno a una velocità pari a quella del mercato potranno accrescere notevolmente il loro valore, mentre i ritardatari rimarranno sempre più indietro”.
Se Amazon diventa assicuratore
Cosa succederà - si chiedono gli analisti - se una massa critica di auto a guida autonoma ridurrà significativamente il numero di incidenti e feriti? E cosa accadrà se un gigante digitale – ad esempio Amazon - comincerà a vendere assicurazioni? Domande che evidenziano due delle minacce principali per l’industria assicurativa; minacce che potrebbero modificare tipologie e prezzi di prodotti e servizi del ramo auto. La possibilità che soggetti che raccolgono le informazioni digitali generate dai veicoli - sostenuti da investitori “terze parti” - possano trasformarsi in assicuratori è una vera e propria spina nel fianco per il comparto, anche perché i nuovi soggetti sarebbero in grado di mettere a punto prodotti e servizi molto più accurati e competitivi.
La "morte per mille tagli"
Secondo gli esperti, però, queste minacce alla catena del valore non arrivano da un singolo competitor o da uno dei vari fattori di cambiamento. È l’azione combinata di più elementi quella che può portare alla proverbiale “morte per mille tagli”. Una morte dovuta a migliaia di piccole ferite, nessuna delle quali, da sola, è letale, mentre tutte insieme sono in grado di far cadere anche dei giganti apparentemente invincibili quali i colossi assicurativi. Per scongiurare questo scenario, tutt’altro che rassicurante per gli assicuratori, si rendono necessari investimenti considerevoli. È evidente, però – sottolinea lo studio McKinsey & Co. - che i costi per chi non si muoverà o interverrà con troppa lentezza saranno infinitamente più elevati.