E' partita la corsa all’autonomous driving e un po’ tutti i costruttori di auto valutano quale possa essere la chiave per arrivarci, con la tecnologia giusta per semplicità e costi. Si spiega così l’accordo di licenza stipulato da Ford con Nirenberg Neuroscience, azienda fondata da uno scienziato donna americano che quattro anni fa ha scoperto il codice di trasmissione delle immagini dall’occhio umano al cervello. Qualcosa che applicato alle auto potrebbe dotarle di una sorta di intelligenza artificiale.
La chiave in un codice
Gli esseri umani visualizzano le immagini tramite fotorecettori nella retina che convertono la luce in informazioni codificate. Apposite cellule si incaricano quindi, tramite impulsi elettrici, di trasferire i dati al cervello. Sheila Nirenberg, ricercatrice che ha lavorato a lungo per la Cornell University, è riuscita a tradurre gli impulsi in un codice matematico e ha messo a punto un dispositivo capace di replicare il procedimento. In pratica un fotorecettore artificiale, in grado di rimediare a vari disturbi della vista e non solo.
Vedere per credere
Le potenziali applicazioni per questo tipo di dispositivi vanno ben oltre il campo della neurologia. Difatti, dopo una prima sperimentazione condotta da Nirenberg Neuroscience su piccoli robot, Ford si è assicurata l’utilizzo esclusivo nel settore dell’auto. Ken Washington, responsabile della ricerca e dello sviluppo avanzato dell’Ovale Blu, ha spiegato: “E' presto per dire esattamente come questa tecnologia lavorerà sui nostri futuri modelli a guida autonoma, ma con tutta probabilità a supporto del lavoro di videocamere e sensori radar e Lidar permetterà alle auto di prendere tempestivamente le decisioni giuste, tenendo conto solo delle immagini che occorre vedere”.