Ingegneri, tecnici, informatici, esperti d'intelligenza artificiale e altri specialisti del settore: a queste figure ora si è aggiunta anche un'antropologa al tavolo di progettazione dell'auto autonomia di Nissan. Perché chiamare in squadra una studiosa del comportamento? Per avere qualcuno in grado di "analizzare le interazioni umane durante la guida", si legge nel comunicato della Casa giapponese, "e fornire informazioni necessarie a far sì che l'auto robot sia preparata a essere un buon cittadino sulla strada". La diretta interessata, Melissa Cefkin ribadisce il concetto: "Nel caso dei veicoli a guida autonoma occorre esaminare senza preconcetti, come gli esseri umani potrebbero interagire con le nuove tecnologie e come l'innovazione, sia in grado di comprendere i loro comportamenti".
Le fasi del progetto
In casa Nissan l'auto robot è in fase avanzata: con l'introduzione del proPILOT (tecnologia per l'utilizzo nel traffico di una singola corsia autostradale) sarà stato completato il primo step del progetto, mentre è prevista per il 2018 la conclusione della seconda tappa con la sperimentazione su corsie multiple per rendere l'auto capace di cambiare la corsia. Il team di ricerca sta già lavorando alla terza fase, in programma per il 2020: garantire che il veicolo sia in grado di affrontare gli incroci senza l'intervento "umano". A questo punto, non resterà che affrontare l'ultimo passo decisivo: un veicolo autonomo al 100%, che possa muoversi tranquillamente nel traffico senza nessuno al posto di guida. Una sfida davvero ... antropologica.