A Torino è guerra aperta contro l'uso esagerato e fuorilegge dello smartphone alla guida. Solo l'anno scorso gli agenti della Polizia Locale hanno staccato 4.878 multe e quest'anno hanno già stilato più di 2.300 contravvenzioni, tra cui una (la prima in Italia) inflitta a un ragazzo in motorino che circolava con una mano sul manubrio e l'altra intenta a giocare a Pokemon Go.
Guidare non è un "gioco"
Una crociata quella delle forze dell'ordine del capoluogo torinese alla quale l'Automobile Club di Torino ha dato il suo sostegno: "Giocate pure, ma usate il cervello" e ha lanciato anche a livello locale la campagna nazionale di ACI #MollaStoTelefono e #GuardaLaStrada. "Prendersela con lo smartphone e basta, però, è inutile, nessuno ormai può farne a meno", spiega Piergiorgio Re, il presidente dell'AC Torino, "E' l'uso improprio che va messo sott'accusa". Per questo servono le campagne di sensibilizzazione come le nostre, ma anche le iniziative concrete di prevenzione.
Infomobilità: ti sento, ma non ti vedo
Come quella che l'AC sta pensando di offrire nei servizi di infomobilità. "Fermo restando che già il solo parlare al telefono è fonte di distrazione e che chattare e inviare messaggi al volante è assolutamente vietato", spiega il presidente Re, "vogliamo evitare, dove possibile, le situazioni in cui il conducente per ottenere informazioni utili alla guida, debba necessariamente guardare lo schermo. In poche parole: stiamo studiando un servizio di infomobilità tramite app con il quale, in aggiunta alle mappe, si può essere guidati alla meta anche solo con la voce".
La formazione inizia dal go-kart
La prevenzione passa anche per l'educazione. A Torino dopo il grande successo di "Karting in piazza", la manifestazione dedicata ai ragazzi tra i 7 e i 12 anni, si pensa ad iniziative di formazione che abbiano al centro proprio il go-kart. "E' un veicolo divertente", sottolinea Piergiorgio Re, "i ragazzi ne sono entusiasti, per questo è un mezzo propedeutico allo sport automobilistico e per imparare a guidare in sicurezza. Dovrebbe essere inserito nei programmi di educazione stradale nelle scuole". L'Automobile Club ha già avviato una serie di contatti con gli istituti scolastici del territorio, ai quali, spiega il presidente: "Abbiamo garantito la nostra disponibilità e competenza tecnica. Ora, però, tocca ai provveditorati e ai ministeri competenti in materia di educazione alla mobilità dimostrare impegno e disponibilità".