Il sogno di battere il record di velocità sulla terra e, nello stesso momento, di abbattere il muro anche psicologico delle 1.000 miglia orarie (1609 chilometri all'ora più spiccioli) sta prendendo forma tra i capannoni e le piste del Bloodhound Technical Centre di Bristol, nel sud ovest dell'Inghilterra.
L'ingegnere e il veterano della Raf
Proprio nell'omonima città eletta nel 2014 come la più vivibile del Regno Unito ha sede il progetto denominato Bloodhound, "segugio" in italiano. A Bristol un team composto da 84 persone lavora da sette anni per mettere a punto un mezzo capace di realizzare il desiderio di essere i più veloci al mondo. A guidare il gruppo sono un ingegnere, Richard Noble, e un pilota della Raf, Andy Green veterano di mille missioni e pluridecorato, che è già l'uomo più veloce sulla terra: era ai suoi comandi il veicolo Thrust SSC che il 15 ottobre del 1997 si spinse fino alla velocità incredibile di 763 miglia, cioè 1227,9 chilometri orari.
Mezza auto, mezzo aereo
Il Bloodhound SSC è lungo circa 13,4 metri e pesa 7 tonnellate e mezza. Ha un corpo anteriore monoscocca in fibra di carbonio simile a quello delle auto da corsa e la parte posteriore con una pennellatura in metallo come quelle degli aeroplani. A spingerlo verso la velocità di oltre 1.600 chilometri all'ora che Green spera di raggiungere saranno un motore da jet e un razzo. I due sistemi di propulsione porteranno in dote al Bloodhound la bellezza di 135.000 cavalli, cioè sei volte la potenza di tutte le monoposto di Formula 1 sulla griglia di partenza di un GP. A frenare il tutto provvederanno tre sistemi: due aerofreni che aggiungeranno al mezzo il peso di sei tonnellate, quanto un grosso elefante; due paracadute piazzati al posteriore e dei freni in carbonio come quelli utilizzati su aerei e auto da corsa.
L'anno prossimo in SudAfrica
Il tentativo di Andy Green e del Bloodhound avverrà con ogni probabilità intorno al mese di ottobre del 2017. Alcuni mesi prima inizieranno i test ad Hakskeen Pan, nella zona desertica nord occidentale del Sud Africa. Originariamente scartata per la presenza di molte pietre che potevano potenzialmente disturbare il tentativo, quest'area è già stata protagonista di un record della velocità tentato dall'inglese Malcolm Campbell nel lontano 1929.
Regolamento ferreo
Il record di velocità sulla terra non è un azzardo lasciato alla fantasia di qualche avventuriero. La FIA - Federation Internationale de l'Automobile - ha un preciso regolamento in proposito che divide i pretendenti in quattro categorie: la A e la B sono per le automobili, la D è per i dragster, la C per le auto a razzo. Ed è proprio in questa categoria che si è iscritto il Bloodhound SSC.