Provate. Digitate “scooter” su Google, restringete la ricerca all’ultimo mese e guardate cosa succede. “Pedone investito da scooter in lungomare Canepa, grave il conducente”. “Genova, uno scooter, con a bordo un uomo e una donna, ha investito un pedone. È accaduto questa notte”. “Agguato in Puglia, morto commerciante colpito da 2 uomini su scooter”. Sembra un bollettino di guerra. E potremmo andare avanti molto, molto a lungo così, prima di arrivare alla prima notizia positiva, che risale a qualche giorno fa: “Nel mese di giugno continua la crescita delle immatricolazioni di moto, scooter e cinquantini: le vendite sono pari a 23.086 unità, ossia +6,1% rispetto al giugno scorso”.
Quella degli scooter sembra una categoria demonizzata, come abbiamo visto spesso involontariamente al centro di fatti di cronaca, accusata (non sempre a torto) di comportamenti azzardati nel traffico, con l’aggravante di quel “razzismo” strisciante da parte dei “veri” motociclisti, da sempre insofferenti verso gli scooteristi. Eppure, quella delle “nuove Vespe” è un’invasione pacifica, che da qualche anno ha cambiato il volto della mobilità, almeno nelle grandi città. E come tutti i fenomeni, la notorietà (e la diffusione) a volte si porta dietro aspetti meno positivi, come abbiamo visto.
L'agilità al potere
Eppure lo scooter è davvero diventato il modo più agile di muoversi nelle nostre città: veloce, facile da guidare, agile, più pratico e protettivo di una moto. Recentemente è diventato anche condiviso; è del mese scorso lo sbarco di Enjoy a Roma dove lo scooter sharing arriva dopo aver conquistato Milano, Torino, Firenze e Catania. A tre ruote, dipinti di un rosso che sprizza un’italica passione, anche nella Capitale sono appena arrivati 300 Piaggio MP3 firmati Eni. Pronti da condividere.
Se i tempi d’oro sono ancora lontani (nel 2010 si vendevano 213.456 pezzi contro i 108.621 dello scorso anno), gli scooter continuano ad essere ampiamente la ricetta a due ruote più amata, più di tutte le declinazioni motociclistiche: enduro, sportive, turismo, custom e naked.
Figli dello Scarabeo
In particolare sono i cosiddetti scooter a ruota alta a conquistare sempre più consensi. Tutti “figli” di quello Scarabeo che da oltre venti anni, (era il 1993 quando Aprilia lanciò il primo “cinquantino”) ha rivoluzionato il mondo degli scooter, grazie proprio a quella ruota alta che ha conquistato intere generazioni, simbolo di una mobilità facile e maneggevole, ma soprattutto a bassi costi d’esercizio.
Oggi gli attori del mercato, come vedremo, sono cambiati (nella top ten delle vendite domina da tempo l’azzeccatissima famiglia SH di Honda che si alterna sul podio con il Piaggio Beverly 300). Ma attori a parte, il primato delle vendite nelle due ruote comincia sempre con la “S” di scooter. Per darvi un’idea del “fenomeno”, prendiamo i primi 6 mesi del 2016: su un totale di 116.424 unità immatricolate, gli scooter totalizzano da soli 66.993.
I protagonisti
Ma chi sono i protagonisti di questo ambitissimo mercato? Come dicevamo, i modelli SH di Honda dominano la classifica degli scooter più venduti in questa prima metà del 2016. Secondo infatti gli ultimi dati forniti da ANCMA, a guidare la classifica ci sono ben tre modelli della famiglia SH che piazza SH 125, SH 150 e SH 300 sui gradini più alti del podio. Perché la triade Honda piace così tanto? Look vincente, ovvio. Poi le prestazioni, specie l’SH 300, grazie al motore da 279 cc, ai 27,2 cv, alla sicurezza dell’Abs e all’agilità dei cerchi da 16 pollici. L’ SH 150, lo scooter più venduto del 2015, continua la sua corsa forte di un listino interessante (da 3.330 euro) e di consumi molto contenuti (43,8 km/l).
Le ragioni del successo Honda, ma anche di molti altri scooter, sembra essere racchiuso nella formula “sella bassa, ruota alta, pedana spaziosa e tanta agilità”. Chi sceglie uno scooter lo fa perché cerca una guida confortevole e senza sforzo, buone prestazioni, freni efficienti (ormai molti modelli adottano l’Abs) e magari lo start&stop per tagliare consumi ed emissioni.
Tra i più amati
Non a caso sono caratteristiche che calzano a pennello a un altro protagonista indiscusso della scena urbana, il Piaggio Beverly 300 che malgrado un prezzo non alla portata di tutti ( 4.000 euro), offre il vantaggio delle due varianti, entrambe equipaggiate con il monocilindrico da 300 cc, 4 tempi e 4 valvole che con i suoi 22,2 cv offre l’energia giusta per sgusciare agile nel traffico.
Non poteva mancare nella classifica degli scooter più amati d’Italia il maxi-scooter Yamaha Tmax: da anni gettonatissimo dagli “smanettoni urbani”, monta un bicilindrico da 530 cc raffreddato a liquido, ha un telaio in alluminio da fare invidia a molte moto, sospensioni a prova di pavè&sampietrini, ma anche un prezzo importante: 10.790 euro.
Made in Taiwan, economico, affidabile e robusto, il Kymco Agility 125 R16 anche quest’anno si piazza bene nella classifica delle vendite (al sesto posto a giugno), forte di un prezzo molto allettante (da 1.800 euro), ma anche dell’economicità di un motore da 125 cc. Dietro di lui, il Piaggio Beverly 350, disponibile con Abs e controllo di trazione Asr, seguito dal più piccolo Liberty 125, forte di un recente restyling e del motore 125 potenziato.
La sfida Vespa
Anomala presenza nella top ten degli scooter più amati d’Italia, ma solo perché dominata dai modelli a ruota alta, la Vespa con 1.905 pezzi venduti nei primi cinque mesi dell’anno, continua un successo che dura dagli anni Sessanta. Da allora molto è cambiato, a partire dal motore, oggi un moderno monocilindrico 4 tempi da 300 cc, per non parlare della sicurezza, con i freni a doppio disco e l’Abs. Dietro il mito di Pontedera, chiude la top ten il Yamaha Xmax 250, scooter sportivo e compatto perfetto per chi trasforma il casa-ufficio in una variante a slalom della MotoGP.