Ultimo aggiornamento  01 giugno 2023 16:42

Giappone, auto condivisa per i terremotati.

Redazione ·

Ore 14,46 dell'11 marzo 2011: la terra trema in Giappone, nono grado della Scala Mercalli; in alcune zone la scossa dura 6 minuti. L'epicentro del sisma è in mare, 30 chilometri di profondità: subito dopo si scatena uno tsunami con onde che - nelle vicinanze della città costiera di Miyako, raggiungono l'inaudita altezza di 40 metri e mezzo. Oltre 13.000 morti, quasi 15.000 i dispersi. E danni incalcolabili. Migliaia e migliaia di persone perdono tutto tra cui il proprio unico mezzo di locomozione. In mezzo a questo disastro incredibile un volontario proveniente dalla regione occidentale di Himeij - Takehiko Yoshizawa - decide di fare qualcosa per aiutare chi si trovi in difficoltà e fonda la Japan Car Sharing Association

Auto per tutti

Yoshizawa nell'immediato post terremoto si trovata a Fukushima, ad aiutare le centinaia di migliaia di sfollati del più grave incidente nucleare al mondo dopo Chernobyl. In quei tragici frangenti un altro volontario - che già aveva lavorato in occasione del disastroso terremoto di Kobe del 1995 - lo invita a costituire una società che si occupi di fornire ai disperati senza casa e senza più nulla, almeno un mezzo di locomozione. La Japan Car Sharing Association è basata a Ishinomaki, una cittadina di pescatori travolta dallo tsunami del 2011 che aveva all'epoca 150.00 abitanti e nella quale 60.000 auto andarono disperse. In pochi mesi la compagnia è riuscita a costituire - soprattutto grazie a donazioni di privati, compagnie di noleggio, venditori e costruttori - una flotta di 31 auto da condividere gratis fra i terremotati. Oggi le auto a Ishinomaki sono oltre 100, tra cui anche alcune Mitsubishi I-MIEV a trazione elettrica. 

Un altro terremoto 

Pochi mesi fa Yoshizawa è stato chiamato ad intervenire per un altro terremoto, di minore intensità per fortuna, questa volta dal sud del Paese dove una piccola città chiamata Kumamoto era stata colpita da un forte sisma che aveva provocato 49 morti. Recatosi sul posto Yoshizawasi è reso subito conto che la situazione era molto difficile. Molte auto erano rimaste sepolte nel crollo di un parcheggio e tante altre erano state seriamente danneggiate dai detriti. attivando subito tutti i settori della sua organizzazione Yoshikawa è riuscito a recuperare 36 auto e metterle a disposizione delle popolazione che può utilizzarle gratis. Molte di queste auto vengono proprio da Ishinomaki, grazie ad un venditore locale che ha voluto ripagare - come ha detto lui stesso - "... tutto quello che è stato fatto per noi nel 2011". 

Fare comunità 

La filosofia della Japan Car Sharing Association è quella non solo di trovare le auto per chi l'abbia persa in un disastro naturale come quel terremoto ma soprattutto di favorire - attraverso il car sharing - la rinascita della comunità. Per conoscere meglio il mondo del car sharing Yoshikawa si è recato fino in Svizzera e in Austria e dice: "Nulla ci farà abbandonare la nostra terra. Vogliamo creare una comunità intorno al car sharing e farlo qui dove abbiamo le nostre radici".

Tag

Car Sharing  · Giappone  · Mitsubishi  · 

Ti potrebbe interessare

· di Giovanni Passi

La prefettura di Aichi ha testato lungo le strade di Nagoya due veicoli autonomi in previsione del lancio di un servizio taxi attivo nei parchi e per gli anziani

· di Marco Perugini

L'osservatorio Top Thousand presenta i trend delle grandi flotte, a cui piace sempre più l'auto aziendale condivisa (e tecnologica)