L'intelligenza artificiale che guida le auto robot potrebbe decidere autonomamente di sacrificare la vita dei passeggeri pur di evitare un incidente disastroso, capace di mietere molte vittime. L'inquietante scenario viene fuori da una ricerca del MIT - il Massachusetts Institute of Technology, uno dei più importanti e rinomati centri di ricerca del mondo e pubblicata sulla rivista "Science" - che ha investigato la possibilità, chiedendo anche ad un campione di potenziali "guidatori" di auto robot se se la sentirebbero di mettersi al volante sapendo che l'auto potrebbe di propria iniziativa scegliere di sacrificarli per proteggere altre vite.
Sicure ma non troppo
Il MIT ha organizzato l'indagine tra la fine del 2015 e il 2016, coinvolgendo in totale circa 2.000 persone, per capire quale potrà essere l'esatto bilanciamento tra l'interesse pubblico e la sicurezza di ciascuno, partendo dall'assunto che i computer alla guida potrebbero ridurre i casi di incidente anche del 90%. Secondo l'indagine, il 76% degli intervistati ha risposto che per una auto "programmata" sarebbe più etico sacrificare la vita dei passeggeri per salvare, ad esempio, quella di dieci pedoni o ciclisti. Se però si parla di essere dentro ad una di queste auto, la percentuale di quelli che si sacrificherebbero per il bene comune scende ad un terzo. i partecipanti alla ricerca si sono anche dichiarati fermamente contrari ad un intervento governativo che regoli l'intelligenza delle auto robot nel nome di "bene comune" a danno della sicurezza individuale.
Voce autorevole
Sempre dal Massachusets - ma questa volta dalla prestigiosissima Harvard University - si è alzata anche la autorevole voce del professor Joshua Greene, psicologo, neuroscienziato e filosofo, esperto proprio del dilemma tra istinto e scelta ragionata ed autore nel 2013 del best seller "Moral Tribes", il quale, a commento della ricerca, ha scritto su "Science" che quello della necessità di scegliere quali vite proteggere più delle altre rimarrà uno dei grandi problemi della adozione delle auto robot. "Il "mercato" della vita e delle morte è sempre sgradevole - ha scritto il professor Greene - e quale che sia il principio etico che l'auto autonoma adotterà ci saranno sempre critiche. I produttori di una utilitaria potranno essere accusati di non proteggere abbastanza i propri passeggeri, mentre quelli di auto più potenti e sicure sia vedranno accusare di voler sacrificare altri a favore dei propri clienti".
Inglesi d'accordo
Anche nel Regno Unito si studiano gli effetti collaterali della sempre più imminente diffusione sulle strade delle auto robot. Da una recente ricerca è venuto fuori che il 65% degli automobilisti britannici ritiene che un essere umano debba comunque avere il controllo sul mezzo e che il 70% non si sentirebbe a proprio agio a salire su una auto autonoma, almeno nella prima fase di utilizzo.