La prova è integralmente ripresa dal numero 10 de l'Automobile dell'8 marzo 1970. Zagato, specialista nella costruzione di carrozzerie sportive, ha dato un nuovo volto alla 1300 Junior dell'Alfa Romeo. Ha scelto una linea, che finora si era vista in qualche prototipo di caratteristiche prettamente velocistiche, oggi presentata al pubblico come forma a cuneo. La parte anteriore, pronunciatamente avanzata rispetto alle ruote anteriori, è a sezione alare invertita e quindi con caratteristiche deportanti. La parte anteriore del frontale termina in una lunga calotta orizzontale trasparente in plexiglas che contiene i quattro fari ed è interrotta al centro dalla presa d'aria principale a forma del classico scudetto dell'Alfa Romeo. Proseguendo verso il parabrezza, la parte posteriore del cofano si solleva leggermente per nascondere parzialmente le spatole tergicristallo. Lateralmente la vetratura è divisa in tre parti di cui è apribile solo quella centrale.
Come eravamo: Alfa 1300 Junior Zagato provata da Piero Taruffi.
Innovativa aerazione dell'abitacolo
L'aerazione, in mancanza dei deflettori mobili, che però risultano spesso rumorosi a causa del vento, è facilitata oltre che da un impianto abbastanza potente con presa dinamica coadiuvata da un ventilatore a due velocità anche dalla parziale mobilità dell'ampio lunotto vetrato posteriore. Un comando a pulsante a comoda portata di mano aziona un motorino elettrico che Io solleva di qualche centimetro facilitando così, per aspirazione, il ricambio dell'aria. Sollevando manualmente il lunotto dall'esterno si accede all'ampio portabagagli di una capacità di circa 0,4 metri cubi, eventualmente aumentabili se sì sfrutta anche lo spazio dietro ai due sedili. Onesti sono di forma molto razionale dal punto di vista della guida sportiva, registrabili longitudinalmente e con la spalliera reclinabile e bene avvolgente. Entrambi incorporano i poggiatesta inclinabili in tutte le posizioni fino ad essere eliminati completamente: una soluzione elegante e razionale e che ho apprezzato, cosa insolita, anche seduto alla guida. Sempre all'interno si nota l'originale cruscotto antiurto e antiriflesso con ampi vani portaoggetti. La carrozzeria termina subito dopo le ruote posteriori con la classica ed ampia coda tronca adottata dall'Alfa nelle “SZ” del 1961.
A parte le considerazioni di carattere estetico, quello che maggiormente interessa sono i risultati pratici del “vestito” e cioè le differenze di prestazioni velocistiche e di stabilità.
Potente motore 1300
La meccanica della Zagato è la stessa dello spider e del coupé 1300 Junior: motore a 4 cilindri sviluppante 103 cavalli Sae a 6000 giri, sospensioni a ruote indipendenti anteriormente, ad assale rigido posteriormente, cambio a cinque marce, freni a disco con limitatore posteriore di frenata, barra stabilizzatrice nella sospensione posteriore, frizione a comando idraulico con molla spingidisco a diaframma.
La Zagato, pur avendo lo stesso passo della Junior (metri 2,35) ha una lunghezza totale di m 3,85 e cioè inferiore di cm 23; una diminuzione proporzionale nella larghezza ed altezza, e quindi nella sezione frontale. Anche il peso in ordine di marcia è inferiore di circa kg 25; maggiore è la capacità del serbatoio carburante passata da 42 a 50 litri. La riduzione di peso è stata ottenuta anche con l'adozione di lega leggera “peraluman” in alcune parti della carrozzeria pur ottenendo una notevole rigidità torsionale di tutto il complesso.
La prova su strada con la moglie a bordo
In un tratto della Roma-Civitavecchia, in un pomeriggio in cui soffiava un forte vento di maestrale, ho provato la Junior Zagato. Condizione probante per collaudare il comportamento di una vettura con carrozzeria studiala per ottenere migliori prestazioni velocistiche.
Con a bordo mia moglie, giudice femminile della vettura, ho percorso nei due sensi l'autostrada. Con vento in favore e dopo 3 chilometri di lancio ho raggiunto al cronometri i 180 km orari, 200 di tachimetro e 6300 giri di motore; controvento i 172 a 6100 giri. Un ottimo risultato che in aria calma avrebbe dato una media superiore a quella ottenuta di km/ora 177. Basterebbe questo risultato - che si concretizza in un aumento di velocità di oltre 5 km/ora rispetto alla velocità sviluppata con eguale potenza dalla 1300 Junior coupé — per confermare la riuscita di questa carrozzeria.
Accelerazione e velocità massima
Ad avvalorarlo sono i risultati conseguiti nella prova di accelerazione: a percorrere i 100, 400 e 1000 metri con partenza da fermo ho impiegato 8,2, 18,4 e 34,6 secondi in confronto degli 8, 18,4 e 34,2 impiegati con uno spider in una precedente prova, ma nella quale avevo raggiunto i 171 km orari. Cambiando a 6500 giri ho raggiunto al tachimetro i 47, 86, 130 e 174 km orari nelle prime 4 marce.
Alla velocità massima non ho avvertito fenomeni di deportanza e le raffiche di vento non hanno disturbato la marcia; viceversa il fruscio dell'aria è ancora abbastanza avvertito specialmente in prossimità dei vetri laterali. L'insonorizzazione generale, ottenuta ora con pannelli fonotermoassorbenti, è abbastanza buona.
Ottima tenuta di strada
Nei percorsi sinuosi si apprezzano maggiormente le prestazioni dell'Alfa Romeo: ottima la tenuta di strada in curva, limitato il coricamento, poco sottosterzante e quasi neutro il comportamento, notevole la potenza curvante; la manovra del volante ha reazioni immediate ed un calibrato autoritorno.
Il cambio è ben rapportato e di facile innesto; i freni sono potenti e molto resistenti al calore ed ora perfezionati dal dispositivo che evita il bloccaggio delle ruote posteriori in frenata d'emergenza.
Anche se la mia prova è stata molto breve, la Zagato mi ha ben impressionato per la sua maneggevolezza, conseguenza di una buona distribuzione e centratura dei pesi.
Appena entrati in vettura, mia moglie mi ha fatto rilevare la limitata capacità dell'abitacolo, mentre io ne decantavo la visibilità praticamente completa in tutte le direzioni e, per lei, la grande capacità del bagagliaio.
Sospensioni sportive
Sulla via del ritorno, nel transitare velocemente su un tratto avvallato e con buche, la mia passeggera si è lamentata dello scarso assorbimento ottenuto dalle sospensioni e dal sedile, mentre io le facevo notare che il volante non reagiva a quelle asperità. All'approssimarsi della città, il traffico intenso ci ha costretti a numerose soste. Ho apprezzato la regolarità del motore a basso regime, l'innesto dolce della frizione ma specialmente l'interesse che negli altri automobilisti destava l'originale linea di questa vettura.