Ultimo aggiornamento  05 giugno 2023 06:32

Come eravamo: la prova della Fiat 850 Coupé.

Redazione ·

La prova è integralmente ripresa dal numero 3 de l'Automobile Speciale del 1966. Circa tremila “850 Coupé” vengono immatricolate mensilmente in Italia: non c'è che dire, è un bel successo per quella che avrebbe dovuto essere una vettura particolare destinata soprattutto ad una clientela fuori del comune. È anche vero che i bassi costi - di acquisto e di esercizio - rendono questa vettura appetibile ad una grande cerchia di utenti. Tuttavia, pur tenendo presente ciò, la “850 Coupé” resta uno dei maggiori successi commerciali della Fiat e supera certamente le più rosee previsioni di vendita del costruttore.

Il motore

La “850 Coupé” è simile meccanicamente alla berlina da cui deriva. La potenza massima è stata portata dagli originari 42 CV SAE della versione base a 52 CV SAE; il regime di potenza massima è passato da 5.300 a 6.200 giri/minuto. L'incremento è stato ottenuto portando il rapporto di compressione da 8,8 a 9,3:1; sostituendo l'albero a cammes ed il carburatore e, infine, adottando un nuovo collettore di scarico. In aggiunta a ciò sono state adottate ruote da 13 pollici in sostituzione di quelle da 12 della berlina e, anteriormente, i freni a tamburo hanno lasciato il posto ai freni a disco (identici a quelli della 124)

Il fuorigiri

Benché disponga di tre soli supporti di banco e benché il comando e la disposizione delle valvole siano dei più classici, il motore della “850 Coupé” è capace di notevolissimi “exploits”. Il fuorigiri è sopportato con grande facilità fino a regimi di 8.000 giri/minuto, senza che il motore denunci sforzo o vibrazioni. In accelerazione, poi, il motore è straordinariamente pronto a “prendere” i giri e la carburazione non presenta alcun “buco”. Sebbene nel complesso sia abbastanza silenzioso, questo quattro cilindri è caratterizzato da un “rombo” al di sopra dei 4.000 giri; “rombo” che non a tutti dispiace, da il carattere sportivo della vettura.

L'uso del cambio

La “850 Coupé” è la tipica vettura che richiede un certo uso del cambio, dato che sotto ai 3.000 giri il motore “tira” poco. D'altronde la coppia massima (6,3 kgm) è ottenuta al regime - piuttosto alto - più di 4.000 giri/minuto. È senz'altro consigliabile, quindi, l'adozione del contagiri, offerto dalla Casa fra gli accessori extra con un supplemento di 15 mila lire. Da notare che questo strumento è munito di una tacca rossa, a 6.200 giri/minuto, indicante il regime massimo; noi, però, abbiamo registrato un netto miglioramento nei tempi di accelerazione portando il motore fino a 7.500 giri/minuto, “tirando” soprattutto con la terza.

Sincronizzatori efficienti

Il cambio, a quattro marce, è completamente sincronizzato. I sincronizzatori sono molto efficienti, tuttavia la manovrabilità della leva un po' difficoltosa. Così qualche volta la prima stenta ad innestarsi ed il passaggio da una marcia all’altra può richiedere un certo sforzo. Data l'efficacia dei sincronizzatori, la prima può essere innestata anche ad una velocità di 30-35 senza dover ricorrere alla “doppia debraiata”.

Che freni

Anche il freno a mano è molto efficiente: tiene bloccata con sicurezza la vettura sulle più ripide pendenze e, usato in sostituzione del freno d'esercizio, riesce ad arrestare l'auto da una velocità di 48 km/h in 21,6 metri. Ottimi i freni. Sono potenti e resistenti all'uso anche prolungato; presentano inoltre il vantaggio di essere piuttosto progressivi e di richiedere contemporaneamente uno sforzo limitato sul pedale.

Sovrasterzante

Sono finiti i tempi in cui una vettura a motore posteriore “necessariamente” era instabile, e questa Fiat è un buon esempio degli enormi progressi compiuti in pochi anni. Malgrado una distribuzione dei pesi accentrata per il 62 per cento sul retrotreno, l'effetto sovrasterzante in curva è appena percepibile. Alle alte velocità, per esempio, si avverte gradualmente, nel curvare, il retrotreno “allargarsi” e con piccole manovre dello sterzo è facile riportare la vettura nella traiettoria prescelta. Comunque per chi è già abituato alla guida di vetture a motore posteriore - fatta eccezione per la « 500 » che ha un comportamento prevalentemente “neutro” - la “850 Coupé” non potrà che riservare una piacevole sorpresa: sovrasterzante sì, ma quel poco che permette di restare nei limiti della sicurezza e del “divertimento” (non c'è dubbio che per un pilota che ami la guida sportiva, una vettura sovrasterzante - ma non troppo - dia maggiori soddisfazioni).

Tenuta di strada

Va poi notato che le buone doti rilevate nella tenuta di strada su terreno asciutto restano quasi inalterate su suolo bagnato o reso viscido dall'umidità. Lo sterzo richiede uno sforzo assai limitato per l'azionamento; è però piuttosto rapportato (occorrono tre giri e tre quarti di volante per passare dalle estreme posizioni delle ruote). Un po' scarso il “ritorno” all'uscita delle curve. Piuttosto dure le sospensioni, giustificate però ampiamente dal carattere sportivo del a vettura. In compenso, l'imbottitura dei sedili è accurata e tale da assorbire gli eventuali piccoli sobbalzi trasmessi dalle sospensioni. La rigidezza delle sospensioni ha permesso di ridurre minimo il rollio — cioè il piegamento laterale della carrozzeria anche nelle curve più difficili.

Punta e tacco

Fatta eccezione per la sistemazione dei pedali, la posizione di guida è buona. È di tipo sportivo e consente di “allungarsi” notevolmente, pedali sono piccoli e spostati verso destra rispetto alla colonna dello sterzo. Data la sistemazione del freno e dell'acceleratore, non è facile la manovra del “punta e tacco”. Ottima la posizione del volante, assai maneggevole (è di diametro minore rispetto a quello della berlina). Lo schienale del sedile anteriore non è regolabile, ma l'inclinazione è quella “giusta”. Il pedale della frizione richiede uno sforzo minimo. All'estrema sinistra della pedaliera è disposto un appoggio per il piede sinistro, appoggio piuttosto stretto e inutilizzabile da chi calzi scarpe grosse.

La strumentazione

La strumentazione, di facile lettura, è composta da due grandi indicatori circolari contenenti tachimetro, contachilometri totale e parziale, termometro acqua, segnalatori, livello benzina, contagiri (se richiesto al momento dell'ordinazione della vettura) e la solita serie di spie per dinamo, olio, luci, riserva benzina. Soddisfacente la dotazione di accessori che comprende fra l'altro tre maniglie di appiglio, un ripiano portaoggetti sotto la plancia, due attaccapanni, due tasche portadocumenti. Se lo schienale del sedile posteriore fosse ribaltabile in avanti, si potrebbe aumentare notevolmente la capacità del portabagagli quando si viaggia in due.

La capienza

Buono complessivamente il grado di rifinitura, soprattutto se si considera il limitato prezzo della vettura. I sedili sono accuratamente rifiniti in una finta pelle di buona qualità. Circa la capienza di questo piccolo coupé, c'è da dire che in rapporto alle contenute dimensioni, l'abitacolo è molto spazioso, comunque assai più ampio e più comodo di moltissime vetture di questo genere anche di categoria superiore. All'occorrenza la “850 Coupé” può ospitare anche quattro persone, pur essendo i posti dietro non adatti a lunghi viaggi. Ridotta al minimo la manutenzione: due soli punti di ingrassaggio ed un cambio dell'olio ogni 10.000 km.

Tag

Fiat  · Fiat 850 coupé  · Prova su strada  · 

Ti potrebbe interessare

· di Pasquale Balsamo

Decisi miglioramenti meccanici ed estetici per la 850. Maggior confort e stabilità di marcia. Nella strumentazione c'è pure il termometro dell'acqua, manca il contagiri