Le regole i nostri giovani le conoscono bene: sanno che in motorino bisogna indossare il casco, che in auto vanno allacciate le cinture, che non si guida dopo aver bevuto o, peggio, sotto effetto di droghe. E sono perfettamente al corrente di quanto una distrazione possa essere fatale e che, quindi, l’uso dello smartphone è assolutamente da evitare. I nostri ragazzi, a parole, sembrano aver recepito le norme sulla sicurezza ma, nei fatti, una moltitudine di loro le trasgredisce. Nonostante le leggi, le lezioni a scuola, le continue campagne informative, l’allerta lanciato da psicologi e sociologi esperti in materia. A consacrare questa allarmante realtà sono le statistiche sugli incidenti, i controlli della Polizia e i risultati di una ricerca svolta dall’università Cusano.
Buio fatale
Il trend non è cambiato negli anni: è tra le 22 e le 6 del mattino che resta altissima la quota degli incidenti con morti e feriti di età compresa tra i 18 e i 24 anni. Stando ai dati ACI-ISTAT, nell’ultimo triennio (2012-2014) la percentuale degli incidenti che coinvolgono i giovani è leggermente diminuita, ma in media è rimasta sopra al 13% sul totale sinistri nelle ore notturne. In dettaglio, era il 14,1% nel 2012, il 13,3% nel 2013 e il 13,2% nel 2014. In poche parole, quasi uno su sette. Ancora troppi.
Notti allo sbando
Contrastare le famigerate stragi del sabato sera provocate dall’eccesso di alcol. È uno dei fattori ad altissimo rischio per la sicurezza che la Polizia sta costantemente monitorando attraverso sessioni speciali di controlli su strada, le cosiddette "operazioni ad alto impatto”. Dai verbali stilati dagli agenti è emerso che i conducenti in stato di ebbrezza di età compresa tra i 18 e i 27 anni sono stati il 3,7% nel 2013, il 3,5% nel 2014 e il 3,8% nel 2015. Spulciando i dati, emerge poi che i più “grandi” sono anche più indisciplinati. Tra i 23 e i 27 anni, infatti, la porzione di automobilisti ebbri è stata pari al 4,4% nel 2013, al 4,1% nel 2014 e al 4,5% nel 2015, contro rispettivamente il 3,3%, il 2,4% e il 3,1% dei neopatentati (18-22 anni).
Ma lo smartphone, no
È l’ultimo micidiale tormentone dei giovani (e non solo): rimanere in perenne connessione con il mondo sui network, al cellulare, su internet, a qualsiasi ora del giorno e della notte, per la strada e al volante. L’Università Niccolò Cusano ha preso di petto il problema in una ricerca sulle abitudini dei giovani alla guida, realizzata in collaborazione con Skuola.net. Indagine che ha esplorato i comportamenti di 1.600 studenti dai 14 ai 21 anni, titolari di patente A, AM e B.
Ecco i risultati: un ragazzo su 5 ha ammesso di parlare al cellulare, 1 su 3 di controllare le notifiche e uno su 10 di farsi un autoscatto. mentre è al volante o in sella al suo motorino. Rischio distrazione? A quanto pare è un dettaglio trascurabile. O meglio, come dice Michela Crisci, dell’ufficio Ricerca & Sviluppo dell’Università Cusano, “nei giovani, l’attenzione alla guida sta diventando sempre più un optional. Il problema è l’abuso della tecnologia, in particolare dello smartphone. E i ragazzi, pur essendo informati e consapevoli dei pericoli a cui vanno incontro, tendono a sminuire gli effetti collaterali dei cosiddetti pericoli social, selfie, sms, app, chiamate senza auricolari”. E così, per colpa dell’inesperienza e di una “ostentata sicurezza” e in assenza di efficaci contromisure, i neopatentati restano i più esposti sulle nostre strade.