New York – Tutti in carrozza, si parte! Ford, Volvo, Uber, Google e Lyft si sono coalizzate per chiedere ai legislatori americani le linee guida per lanciare automobili dotate di autopilota nel mercato americano.
Come vedete nel gruppo c’è un po' di tutto: una casa statunitense, una cinese-svedese, un gigante dell’I-Tech e due operatori di ride sharing. I singoli ingredienti di questa cordata ci dicono già che la guida autonoma sarà molto di più che una soluzione per la sicurezza stradale e per la razionalizzazione del traffico. Sarà anche un modo nuovo e diverso di vendere le automobili tramite le grandi flotte che organizzeranno il servizio, e sarà soprattutto la creazione di una nuova piattaforma di connettività tra gli utenti, finalmente liberi di scambiarsi tweet, sms e "mi piace" anche quando siederanno alla guida (si fa per dire) della propria vettura.
Legislazione a macchia di leopardo
La questione della guida sarà fondamentale nel dibattito legislativo che sta per iniziare. Almeno qui negli Stati Uniti. Al momento c’è l’agenzia federale per la sicurezza stradale NHTSA che si è detta pronta a concedere la patente al robot alla guida, con tutte le conseguenze giuridiche che ne derivano tra cui l’attribuzione della responsabilità civile da dividere tra costruttore del software e quello dell’auto che lo certifica installandolo, e la nuova configurazione dei contratti di assicurazione che sarà necessaria per definire il rapporto. Dal lato opposto c’è la California, dove i legislatori hanno già fatto sapere che si rifiutano di rilasciare l’autorizzazione d’uso ad una vettura che non sia dotata di volante e di un pedale del freno, e che non abbia al sedile di guida un automobilista patentato. Perché il lancio abbia successo, c’è da evitare che sia frenato da una legislazione a macchia di leopardo, che costringerebbe i costruttori ad adeguare le auto-robot ad ognuno degli stati dove verranno vendute.
Il rappresentante delle auto-robot
È per questo che i sei hanno unito le forze, e hanno assoldato come coordinatore i servigi di David Strickland, primo direttore della NHTSA all’inizio del mandato di Obama, da due anni consulente della Venable: il gruppo lobbista dell’American Car Manufacturer Association. L’obiettivo è di arrivare presto ad un corpo di leggi unificate, approvate dal congresso di Washington, che disciplinino la materia. La prima tappa è l’università di Stanford, uno dei cervelli che ha sviluppato la tecnologia dell’autopilota, e che domani ospiterà il secondo dei forum aperti al pubblico, nei quali la NHTSA con l’aiuto dei costruttori sta cercando di spiegare come e perché si sente pronta a certificare il passaggio epocale. Tutto lascia supporre che siamo alla stretta finale, e che la rivoluzione da tempo promessa sia davvero alle porte.