Quando Marco Massullo, il primo in Italia a guidare un taxi elettrico, mette in moto la sua Nissan Leaf … non succede niente. O meglio sembra non succeda niente. In realtà Marco fa quello che fanno tutti gli automobilisti del mondo, controlla la cintura, gli specchietti, un’occhiata che la strada sia libera, poi preme l’acceleratore e parte. Con un fruscio appena accennato.
E mentre guida il suo “Pisa 10” sotto il sole della primavera romana, scherza anche sul “battesimo elettrico” che impartisce ai tanti clienti che salgono per la prima volta su una vettura a batteria.
Grazie alla Cooperativa 3570 – impegnata già da anni in una sfida anche a livello internazionale nel campo della riduzione delle emissioni - a Roma ci sono due taxi elettrici in circolazione, sui quattro in totale in Italia. Un numero esiguo, se si pensa che a Londra in previsione del blocco dei mezzi inquinanti nella zona centrale sono stati prenotati 18.000 “cab” elettrici.
“In due – ci dice Marco Massullo – abbiamo percorso in diciotto mesi di attività circa 140.000 chilometri contribuendo a un risparmio di emissioni di circa 20 mila kg di CO2. Inoltre con la nostra auto produciamo 21 decibel di rumore, contro i 70 di un mezzo normale. E’ come paragonare una serata in campagna con una sveglia che suona”.
Grazie ad uno dei pacchetti offerti da ENEL per le colonnine, con 30 euro al mese si può fare il pieno, con elettricità verde prodotta da energie rinnovabili certificate. “E presto – dice Massullo – saremo anche in grado di fornire una “ricevuta” di emissioni zero ai nostri clienti”.
Ricarica a ostacoli
Tra i principali dubbi di chi si avvicina al mondo delle elettriche ci sono quelli che riguardano le colonnine: “Certo – conferma Massullo- a Roma sono ancora poche, così come in Italia, soprattutto per un deficit di intervento pubblico e per le lungaggini della burocrazia. Da una stima, basata sulla mia esperienza diretta in strada, circa l’84% delle volte che ci si avvicina per una ricarica c’è un intoppo: c'è chi occupa abusivamente lo stallo riservato alla colonnina, scambiandolo per un posto vuoto, chi mette la propria auto in ricarica lasciandola per intere giornate, impedendo cosi ad altri di accedere al servizio. E poi capita anche che le colonnine non funzionino”.