La musica è una strada senza fine. E Spotify lo sa. Come sa che la compagna di strada ideale è una playlist davvero all’altezza della situazione. E questo sia che stiamo partendo per il viaggio della vita, sia che ci troviamo impantanati nelle trafficate e spesso tutt’altro che rilassanti, routine quotidiane degli spostamenti di lavoro. Nel primo caso la giusta dose di canzoni non farà che aggiungere meraviglia a meraviglia; nel secondo cercherà di farsi carico del non facile compito di alleggerire la tensione, provando a ridurre l’attrito tra noi e il resto del mondo.
Tutta la musica che vuoi
Sia come sia: se la musica è ciò che cerchiamo, Spotify certo non ci deluderà. Parliamo, infatti, di un bacino virtualmente infinito di brani – il catalogo ha raggiunto quota 30 milioni - suddivisi in più di 1.300 generi musicali diversi. Dite la verità: immaginavate ne esistessero così tanti?
Ipotizzando una durata media di 3’,20” a pezzo (è questo il cosiddetto "radio edit" o "radio cut": la lunghezza delle canzoni, limitata per la trasmissione in radio), potremmo restare al volante per 1,6 milioni di ore, senza mai smettere di ascoltare musica ma, soprattutto, senza mai incappare due volte nello stesso titolo. Niente male.
Non stupisce, dunque, che in pochissimi anni Spotify (attivo dal 2008, ma in Italia solo dal 2013) abbia conquistato la bellezza 75 milioni di utenti di 60 paesi sparsi nel mondo. Di questi, più di 20 milioni sono clienti "Premium": chi paga, cioè, una quota mensile (9,99€) per scaricare musica senza interruzioni pubblicitarie. Cosa che accade, invece, a chi sceglie di utilizzare la versione gratuita (“Free”) del programma. Lo streaming (si ascoltano i brani senza acquistarli) è possibile praticamente con qualunque tipo di dispositivo: cellulari, computer, tablet, lettori web, altoparlanti, tv, smartwatch e, naturalmente, automobili.
Come utilizzare Spotify in auto
In questo caso le possibilità sono tre: direttamente attraverso i sistemi infotainment di alcuni marchi (Android Auto, BMW, CarPlay, Mini, Parrot - solo per i clienti Premium - e Tesla); collegando il cavetto dello smartphone all’ingresso "aux" dell’impianto audio dell’auto, o utilizzando la connessione wireless della tecnologia bluetooth del cellulare. Naturalmente sul cellulare in questione l’app Spotify deve essere attiva. Per gli utenti "Premium" è disponibile la funzione di ascolto "offline", che permette di godere delle playlist anche in assenza di un collegamento Internet.
Piacere di guida, non distrazione
Attenzione, però: ascoltare musica significa migliorare l’atmosfera in auto e le condizioni psicofisiche di chi guida e non abbassare la soglia di attenzione e rischiare di compromettere la sicurezza. Per questo – Spotify o no - è sempre meglio evitare, soprattutto nel traffico urbano, che il volume sia tale da coprire completamente ciò che accade intorno a noi. Al volante, l’udito è un senso molto più importante di quanto crediamo. Senza contare che gli "angoli bui", soprattutto in città, sono fin troppi: evitiamo, dunque, di aggiungerne altri.
Del resto, che la musica debba essere parte della soluzione e non del problema lo sanno benissimo gli stessi produttori di Spotify i quali, non a caso, raccomandano di usare lo smartphone esclusivamente nei termini consentiti dalla legge e unicamente se la situazione è tale da permetterne un utilizzo senza rischi. Non solo, il sito della casa svedese invita a impostare e avviare la app prima di iniziare a guidare, a evitare di "smanettare" tra le varie funzioni mentre l’auto è in movimento e ricorda a tutti che la cosa più importante è guidare in sicurezza, con le mani ben salde sul volante e gli occhi ben puntati sulla strada.
La musica e la strada – come pure la vita, del resto – hanno in comune un aspetto fondamentale: meritano di essere godute fino in fondo.