Quante volte vi sarà capitato al volante di essere costretti a cimentarvi in un involontario slalom, degno di un istruttore di guida sicura, per evitare buche più o meno profonde che si spalancano all'improvviso nel manto stradale.
Dati allarmanti
Più che le parole valgono però i numeri. Le ultime statistiche ACI - Istat parlano chiaro: in attesa dei dati dello scorso anno, nel 2014 le buche sono state la causa di incidente stradale per 706 autoveicoli con 982 feriti e 37 morti (nel 2013 rispettivamente 766, 1041 e 21). A questi si aggiungono, 73 veicoli industriali o merci coinvolti in sinistri che hanno provocato 78 feriti e 8 morti (l’anno precedente erano 71, 104 e 3).
Rischio due ruote
Per quanto riguarda le due ruote ad avere la peggio sono stati i motociclisti, ben 627 i sinistri causati dalla irregolarità dell’asfalto, 688 i feriti e 9 i morti (583, 633 e 8 nel 2013). A seguire i ciclomotori, rispettivamente con 195, 206 e, per fortuna, nessuna vittima nel 2014; 164, 171 e nessun decesso l’anno prima).
Le brutte notizie continuano purtroppo anche con i ciclisti, implicati in 140 incidenti con 139 feriti e 2 morti (71, 104 e 3 nel 2013).
Il dato complessivo è a dir poco preoccupante: 1.769 veicoli coinvolti, con 2.117 feriti e 61 morti, un valore peggiore rispetto a quella dell’anno precedente (rispettivamente 1722, 2092 e 35).
Città che vai, buca che trovi
Se analizziamo la situazione delle città, sempre secondo i dati ACI - Istat, troviamo che Milano è saldamente al vertice della classifica degli incidenti causati dalle buche con 269 sinistri registrati nel 2014, seguita da Genova (101), Napoli (48), Roma (41), Palermo (37), Torino (24), Bari (13), Ferrara (12), Livorno (12), Verona (12), e via via tutte le altre. Per una volta non c’è una significativa distinzione tra nord, sud e centro, o tra città piccola, media e grande metropoli.
A Roma servono 1,5 miliardi in 5 anni
A questo punto, ancora una volta, è quanto mai urgente richiedere di destinare sempre maggiori risorse economiche per la manutenzione delle strade e vigilare attentamente sulla qualità dei lavori effettuati. Le "toppe" o gli interventi provvisori non servono a nulla, è sufficiente una giornata di pioggia per vanificare un lavoro appena concluso. A Roma secondo Edoardo Bianchi, Presidente dell’Associazione Costruttori Edili: “E’ necessaria una programmazione pluriennale di manutenzione straordinaria il cui costo è stimato in 1,5 miliardi di euro in 5 anni, ai quali si aggiungono 100 milioni all’anno per quella ordinaria”.
Non siamo però soli
Se pensiamo, però, di essere soli in questa lotta titanica contro il fenomeno buche consoliamoci con quanto recentemente pubblicato nel "Annual Local Authority Maintenance (ALARM)", il report annuale sulla condizione delle strade inglesi e del Galles. Secondo questo studio per riportare le vie di collegamento utilizzate ogni giorno dai sudditi di Sua Maestà a condizioni definite "accettabili" servirebbero quasi 15 miliardi di euro e un impegno 14 anni. Magra consolazione.