In un’epoca in cui nessuno sembra invecchiare e tutti si considerano più o meno giovani, la Vespa che compie 70 anni è un compleanno più che memorabile. Con la differenza non da poco che la due ruote più famosa del mondo è davvero un evergreen – per prestazioni di mercato, design e qualità – mentre il destino di noi umani è (prima o poi) altrove segnato.
La Vespa compie 70 anni il 23 aprile, ricordando quel giorno del 1946 in cui all’ufficio brevetti di Firenze fu consegnato il progetto firmato da Corradino D’Ascanio, un ingegnere aeronautico cui le due ruote pare proprio non piacessero. Il brevetto depositato era per una “motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”. Non sarebbe stata insomma un’automobile e mai sarebbe stata una Lambretta, successivamente eterna rivale alla Coppi-Bartali.
La prima, una 98cc
Dallo storico stabilimento di Pontedera, in Toscana, la prima Vespa a uscire è una 98 di cilindrata, se ne costruiranno duemila unità in quell’anno, il doppio nel 1947 e poi milioni. Oltre 18 a fine 2015, vendute in tutto il mondo e prodotte non più soltanto a Pontedera ma nel nuovo millennio anche in Vietnam a Vlnh Phuca, e in India, a Baramati, dopo la presa di controllo del gruppo Piaggio nel 2003 da parte di Roberto Colaninno.
La gamma Vespa non è soltanto un insieme di cilindrate, con la 300 GTS, la GranTurismo più potente di sempre, ma un ritorno al futuro che unisce la tecnologia più avanzata disponibile al ripescaggio di nomi della tradizione. Così, se le nuove Vespa dispongono di Abs e Asr (antislittamento elettronico), sono tornate a chiamarsi da poco anche Primavera, echeggiando gli anni ’60, e Sprint. E il mitico Vespino? Restando fra diminutivi e vezzeggiativi, il Vespone per antonomasia, cioè il PX – 125 e 150 cc – è ancora in produzione, con il suo cambio a quattro marce sul manubrio, lì sempre sulla destra dove D’Ascanio lo volle come segno distintivo di praticità. Fino a quando, però, non è chiaro, dovendo adeguarsi alla normativa sulle emissioni Euro4 per le due ruote, in vigore da quest’anno.