Ultimo aggiornamento  29 marzo 2023 18:48

Gigafactory, l'energia del futuro nasce nel deserto.

Flavio Pompetti ·

New York – Dalle altezze siderali dalle quali è stata fotografata da droni pirati, la Gigafactory 1 che Tesla e Panasonic stanno costruendo nel deserto del Nevada in prossimità di Reno, sembrerebbe uno scintillante accendino di metallo caduto accidentalmente nella sabbia, non fosse per l’inteso brulichio di attività che le gira intorno, con centinaia di auto e di mezzi da costruzione in moto. L’interno resta invece un mistero: nessun visitatore è stato finora ammesso a visitarlo, e nessuna foto spia ha visto la luce dei media. 

La scommessa di Elon Musk

Sappiamo soltanto quali sono i limiti della scommessa che il fondatore dell’azienda Elon Musk ha messo sul tavolo con la creazione della più grande fabbrica mai costruita, e qual è la realtà attuale, che traspare dai documenti ufficiali dell’ufficio statale per lo Sviluppo Economico. Tesla ha acquistato dallo stato del Nevada 400 ettari di terreno, ai quali ha poi aggiunto l’opzione per altri 750, e al centro della proprietà ha installato un milione di metri quadrati di capannoni. Nessuna casa automobilistica ha mai osato tanto, e persino la Nasa, che fino a questo punto deteneva il primato per la singola costruzione industriale più grande del mondo, si era fermata a poco più di 32.000 mq. La Gigafactory non fabbrica auto ma batterie, e le celle che intende fornire nel tempo all'industria dell’automobile saranno meno della metà della produzione.

L’altra parte, immediatamente produttiva e con una fila di richieste tanto grande da aver potuto permettere di pagare i costi di costruzione con i soli depositi sui futuri acquisti, è quella del Powerwall, l’accumulatore casalingo di energia che promette di rivoluzionare l’attuale sistema di distribuzione delle retti elettriche. I suoi possessori avranno nel garage un dispositivo capace di raccogliere tutta l’energia prodotta in piccola scala (pannelli solari, mulini a vento), e custodirla per l’uso futuro, senza più doverla convogliare nella rete per poi ricevere sconti sulla bolletta. Il futuro che Powerwall promette è l’indipendenza dai fili e l’eliminazione delle enormi perdite che oggi derivano dal bisogno di far viaggiare a grande distanza le cariche di elettricità da distribuire a destinazione.

Una volta a regime la Gigafactory 1 avrà la capacità virtuale di produrre 35 Gwh in celle ricaricabili, e 50 Gwh in accumulatori. Musk ha già fatto sapere al governatore del Nevada Brian Sandoval che le stime iniziali erano approssimate in difetto, e che presto saranno riviste, forse insieme all'annuncio di nuove fabbriche da costruire.

Lavoro per centinaia di persone

A che punto si sia arrivati con la produzione è ancora un mistero. Il governatore per il momento può solo misurare gli sviluppi basandosi sugli investimenti dichiarati dai rapporti finanziari della Tesla, e questi dicono nella contabilità del quarto trimestre del 2015, che finora la Panasonic ha investito 68 milioni di dollari contro i 310 milioni della Tesla. Il cantiere di costruzione impiega 894 operai, mentre alle attività produttive al momento sono addetti 232 lavoratori per la Tesla e 40 per la Panasonic. Le due ultime cifre sono più basse della promessa che Musk aveva fatto (700 posti di lavoro stabile entro la fine del 2015), al momento di firmare l’accordo con il governo del Nevada.

Accordo generoso, che prevede lo sconto di 1,25 miliardi di tasse spalmato su un periodo di venti anni, ma che copre praticamente tutto: dalle tasse sulla proprietà del terreno a quelle sui contributi in busta paga. Per confermare la validità dell’accordo e non dover restituire gli sconti già incassati, la Tesla deve dimostrare di aderire al programma di sviluppo che ha proiettato nel contratto, e finora il governatore Sandoval si dice soddisfatto di quello che ha visto.

Miracolo a Wall Street

L’altro parametro di giudizio per giudicare l’andamento del progetto è Wall Street, dove il titolo dell’azienda sul listino del Nasdaq si mantiene su un livello di assoluta eccellenza con una capitalizzazione di 27 miliardi di dollari. A sei anni dalla creazione, Tesla continua ad avere un valore di immagine di gran lunga superiore al totale dei suoi asset e del volume di affari che riesce finora a generare. Il motivo è la costante attesa di un miracolo che gli investitori ritengono Elon Musk capace di generare: la creazione di nuovi dispositivi per la cattura e lo stoccaggio di energia rinnovabile.
E quel miracolo, stando a recenti indiscrezioni dello stesso ministero per l’Energia americano, si sta avvicinando a passi da gigante, forse anche sotto il tetto scintillante della Gigafactory 1.

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