Si chiama “gascromatografia spettrometria di massa” il nuovo strumento di cui si è dotata la Polizia stradale per l’accertamento immediato sul posto della guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Si tratta di un’apparecchiatura di piccole dimensioni e, nome a parte, anche di facile utilizzo. La possibilità di poterne disporre è per le forze dell’ordine un importantissimo passo avanti nella lotta agli incidenti causati dalla guida sotto l’effetto di droghe, il cui accertamento, finora, avveniva solo sottoponendo il conducente a esami ospedalieri o di laboratorio. Una procedura più complicata, che ha scoraggiato notevolmente la frequenza dei controlli. Ora, grazie a un accordo siglato con il dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il dipartimento della Pubblica sicurezza ha le risorse necessarie (circa 700 mila euro) per acquistare, su larga scala, questo speciale precursore che, già in fase sperimentale, ha dimostrato la sua efficacia.
Il 30% è positivo alla droga
Lo confermano i risultati raccolti da giugno 2015, data di avvio, in fase sperimentale, di questa nuova iniziativa: da giugno dell’anno scorso, sono stati organizzati 260 posti di blocco con l’impiego di 1.630 agenti e 360 tra medici e operatori sanitari della Polizia di Stato. I controlli hanno interessato 35 province sparse su tutto il territorio nazionale e sono stati svolti prevalentemente durante le notti del week end. In tutto sono stati fermati 14.767 conducenti ai quali è stato inizialmente effettuato il test dell’etilometro. Gli automobilisti che, secondo i medici, mostravano sintomi comportamentali sospetti, sono stati sottoposti anche all'accertamento con il nuovo precursore: 930 soggetti in tutto, di cui 260 (quasi il 30%), prevalentemente di età compresa tra i 23 e i 27 anni, sono risultati positivi ad almeno una sostanza, 58 di loro anche a due o tre. Cannabis e cocaina le “droghe” maggiormente utilizzate. Per i trasgressori sono scattate le sanzioni previste dall'articolo 187 del Codice della strada (“guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti”): multa da 1.500 a 6.000 euro, arresto da sei mesi a un anno e sospensione della patente da uno a due anni.
Il test: come funziona
Lo screening della droga con il nuovo precursore avviene in due fasi, tramite il prelievo della saliva con un tampone ed è “sensibile” alle sostanze più diffuse, come cannabis, oppiacei, cocaina, anfetamine. Il primo step serve a verificare solo la presenza o meno di droghe, con una procedura rapidissima: ci vogliono non più di cinque minuti per una risposta. Se il responso è positivo, si procede alla seconda fase dell’accertamento che prevede un ulteriore approfondimento presso il Centro Ricerche di Laboratorio e Tossicologia Forense della Polizia, sempre su campione di saliva del soggetto. La risposta è disponibile dopo un massimo di 12 giorni.
“Presto i controlli diventeranno una routine e si estenderanno all’intero territorio nazionale, 24 su 24, ogni giorno della settimana. Perché gli accertamenti dovranno essere effettuati su ogni categoria di utenti, non solo giovani del sabato sera, ma anche e soprattutto conducenti professionali di camion e pullman”, ha dichiarato Roberto Sgalla, direttore centrale delle Specialità della Polizia stradale. “Il nostro scopo non è quello di arrestare la gente, ma di fermare chi non è in grado di guidare, prima che si verifichi una strage. E siamo preoccupati, perché gli incidenti mortali, dopo anni di diminuzione, sono tornati a crescere”, ha aggiunto Sgalla. “Vogliamo che questo nuovo metodo di accertamento possa diventare un deterrente, un altro strumento di prevenzione. Così come sta succedendo con la guida in stato d’ebbrezza: grazie ai controlli continui con gli etilometri, il numero delle contestazioni è sceso, soprattutto tra i giovani”.